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Pv 2.13: Ubbarī Sutta – La regina Ubbarī

Nella città abitata dal popolo dei Pañcāla c’era un ricco re di nome Brahmadatta. Il re aveva vissuto a lungo e presto morì. Il re aveva una moglie di nome Ubbarī che spesso andava alla sua tomba e piangeva dicendo: “Dove sei, Brahmadatta?”
Un giorno, un asceta virtuoso che meditava nella foresta visitò il cimitero e interrogò le persone che si stavano radunando lì.

Asceta:
Sono stati offerti fiori e incenso a questa tomba. Chi è sepolto? Perché questa donna piange?

Persone:
Grande asceta, questa tomba appartiene al re Brahmadatta. La donna è sua moglie che piange il marito morto dicendo: “Dove sei mio Brahmadatta?”

Asceta:
Ottantaseimila persone di nome Brahmadatta sono state cremate in questo stesso luogo. Per quale di loro stai piangendo?

Ubbarī:
Grande asceta, mio marito è il figlio del re Cūḷani, nonché capo e re della città Pañcāla. Mio marito mi ha dato tutto ciò che desideravo. Piango per mio marito Brahmadatta.

Asceta:
Tutti i re si chiamavano Brahmadatta ed erano anch’essi figli di Cūḷani. Tutti loro regnavano sulla città di Pañcāla. Anche tu eri la moglie di tutti quei re. Perché piangi solo per il tuo ultimo marito e dimentichi i precedenti?

Ubbarī:
Grande asceta, sono rinata sempre come donna per così tanto tempo in questo viaggio del Samsara?

Asceta:
No, sei rinata come donna, uomo e animale. L’inizio di questo lungo viaggio non si vede.

Ubbarī:
Il mio cuore bruciava di tristezza per la morte di mio marito, come quando si versa del ghee sul fuoco. Ma ora tutto il mio dolore si è spento come se mi avessero spruzzato dell’acqua. Ero stata colpita da una freccia di dolore, ma tu, grande asceta, l’hai da me rimossa. Dopo aver ascoltato il tuo consiglio, sono tranquilla e serena e la freccia del dolore è stata rimossa. Non mi affliggo e non piango più.

La donna ascoltò attentamente le parole dell’asceta. Prese una ciotola e una veste e si fece monaca. Praticò la meditazione della gentilezza amorevole per rinascere nel mondo di Brahma.
Viaggiò tra villaggi, paesi e città e alla fine morì nel villaggio chiamato Uruvelā. Avendo praticato i pensieri di gentilezza amorevole e rimosso tutti i desideri di diventare una donna, rinacque nel mondo di Brahma.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu