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Pc 61: Sañcicca – Uccidere intenzionalmente esseri viventi

.. a Sāvatthī nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anāthapiṇḍika. Un tempo il venerabile Udāyin era un arciere e odiava i corvi. Egli, dopo aver ucciso dei corvi e aver tagliato loro la testa, li mise in fila su un palo. I monaci così dissero: “Da chi, venerabile, questi corvi sono stati privati della vita?”
“Da me, venerabili, i corvi li odio.” I monaci … lo criticarono, dicendo: “Come può il venerabile Udāyin privare intenzionalmente un essere vivente della vita?” …
“È vero, come si dice, che tu, Udāyin, hai intenzionalmente privato un essere vivente della vita?”
“È vero, signore.”
L’illuminato, il signore, lo rimproverò dicendo:
“Come puoi, stolto, privare intenzionalmente un essere vivente della vita? Non è per soddisfare coloro che non sono (ancora) soddisfatti… E così, monaci, questa regola di pratica dovrebbe così essere enunciata:
“Qualunque monaco privi intenzionalmente un essere vivente della vita, c’è una colpa da espiare.”

Intenzionalmente significa: una colpa commessa consapevolmente, coscientemente, deliberatamente.
Essere vivente significa: un animale.
Privare della vita significa: se taglia la facoltà vitale, la distrugge, ne danneggia la durata, c’è una colpa da espiare.

Se pensa che sia un essere vivente quando è un essere vivente, (e) lo priva della vita, c’è una colpa da espiare. Se dubita che sia un essere vivente (e) lo priva della vita, c’è una colpa da espiare. Se pensa che non sia un essere vivente quando invece lo è, non c’è colpa. Se pensa che sia un essere vivente quando non lo è, c’è una colpa di cattiva condotta. Se ha il dubbio che non sia un essere vivente, c’è una colpa di cattiva condotta. Se pensa che non sia un essere vivente quando non lo è, non c’è colpa.

Non c’è colpa se non è intenzionale, se non pensa, se non sa, se non intende morire, se è pazzo, se è la prima colpa.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di I.B. Horner, The Book of the Discipline.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Pācittiya