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Pc 31: Āvasathapiṇḍa – Mangiare in un luogo pubblico

Storia
Prima sotto-storia

Un tempo, quando il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel monastero di Anāthapiṇḍika, una comunità stava preparando un pasto elemosinato in una locanda pubblica non lontana da Sāvatthī.
Allora, dopo essersi vestiti al mattino, alcuni monaci presero ciotole e mantelli ed entrarono a Sāvatthī per chiedere l’elemosina. Non ottenendo nulla, si recarono in quella locanda pubblica. Poiché era da molto tempo che non vi si recavano, le persone li servirono con rispetto.
Un secondo e un terzo giorno quei monaci fecero la stessa cosa. Poi pensarono: “Che senso ha tornare al monastero? Domani dovremo tornare qui.” Così rimasero sempre lì, a mangiare il cibo elemosinato alla locanda, mentre i monaci di altre discipline se ne andavano. La gente si lamentava e li criticava: “Come possono i monaci sakya rimanere a mangiare il cibo elemosinato alla locanda? Non prepariamo il cibo elemosinato solo per loro, ma per tutti.”
I monaci ascoltarono le lamentele di quelle persone e si lamentarono e criticarono quei monaci: “Come possono quei monaci rimanere a mangiare il cibo elemosinato in una locanda pubblica?” … “È vero, monaci, che avete fatto questo?”
“È vero, signore.”.
Il Buddha li rimproverò… “Stolti, come avete potuto fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Giudizio preliminare
“Se un monaco mangia più di un pasto elemosinato in una locanda pubblica commette una colpa che comporta la confessione.”
In questo modo il Buddha stabilì questa regola di pratica per i monaci.

Seconda sotto-storia
Poco dopo il venerabile Sāriputta stava attraversando la regione del Kosala, diretto a Sāvatthī, quando giunse a una locanda pubblica. Poiché era da molto tempo che non vi si recava, le persone lo servirono con rispetto. Dopo aver mangiato, Sāriputta si ammalò gravemente e non riuscì a lasciare la locanda.
Anche il secondo giorno quelle persone gli dissero: “Ti prego, mangia, venerabile.” Ma poiché sapeva che il Buddha aveva proibito di mangiare il cibo elemosinato in una locanda pubblica dopo aver soggiornato a lungo, e poiché temeva di commettere una colpa, non accettò. Di conseguenza, perse il suo pasto.
Quando arrivò a Sāvatthī, raccontò l’accaduto ai monaci, che a loro volta lo raccontarono al Buddha.
Poco dopo il Buddha diede un insegnamento e si rivolse ai monaci:
“Monaci, permetto a un monaco malato di rimanere in una locanda pubblica e di mangiare il cibo elemosinato lì.
Quindi, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Giudizio finale
“Se un monaco non è malato e mangia più di un pasto elemosinato in una locanda pubblica commette una colpa che comporta la confessione.”

Definizioni
Chi non è malato:
è in grado di lasciare la locanda pubblica.
Chi è malato:
non può lasciare quella locanda pubblica.
Pasto elemosinato in una locanda pubblica:
La quantità necessaria di uno qualsiasi dei cinque cibi cotti, preparati per il pubblico, in un edificio, sotto un tetto, ai piedi di un albero o all’aperto. Un monaco che non è malato può mangiare lì una volta. Se riceve altro cibo con l’intenzione di mangiarlo, commette una colpa di cattiva condotta. Per ogni boccone commette una colpa che comporta la confessione.

Permutazioni
Se non è malato, e si percepisce come tale, e mangia più di un pasto elemosinato in una locanda pubblica, commette una colpa che comporta la confessione.
Se non è malato, ma non ne è sicuro, e mangia più di un pasto elemosinato in una locanda pubblica, commette una colpa che comporta la confessione.
Se non è malato, ma si percepisce come tale, e mangia più di un pasto elemosinato in una locanda pubblica, commette una colpa che comporta la confessione.
Se è malato, ma si percepisce come non malato, commette una colpa di cattiva condotta.
Se è malato, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta.
Se è malato e si percepisce come tale, non c’è colpa.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se è malato; se non è malato e mangia una volta; se mangia mentre va o viene; se mangia dopo essere stato invitato dai proprietari; se il cibo è preparato appositamente per lui; se non c’è la quantità necessaria; se si tratta di qualcosa di diverso dai cinque cibi cotti; se è pazzo; se è la prima colpa.
La regola di pratica sul cibo elemosinato in una locanda pubblica, la prima, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Pācittiya