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Np 16: Eḷakaloma – Trasportare la lana

Storia
Un tempo, quando il Buddha soggiornava a Sāvatthī nel monastero di Anāthapiṇḍika, un monaco ricevette della lana mentre attraversava il Kosala diretto a Sāvatthī. La legò in un fascio con la veste superiore e proseguì. La gente che lo vide lo prese in giro: “Venerabile, quanto ti è costata? Quanto sarà il guadagno?” Di conseguenza fu umiliato.
Quando arrivò a Sāvatthī, gettò la lana a terra. I monaci gli chiesero perché.
“La gente mi ha preso in giro a causa di questa lana.”
“Ma fino a dove l’hai trasportata?”
“Più di 40 chilometri.”
I monaci si lamentarono e lo criticarono: “Come può un monaco trasportare la lana per più di 40 chilometri?”
Dopo aver rimproverato quel monaco in molti modi, lo dissero al Buddha. Poco dopo egli riunì il Sangha e interrogò i monaci: “È vero, monaco, che hai fatto questo?”
“È vero, signore.”
Il Buddha lo rimproverò… “Stolto, come hai potuto fare questo? Questo influenzerà la fede della gente…” … “E, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così recitata:

Giudizio finale
“Se viene donata della lana a un monaco in viaggio, egli può riceverla se lo desidera. Se la riceve e non c’è nessun altro che possa trasportarla, può trasportarla da solo per un massimo di 40 chilometri. Se la trasporta oltre, anche se non c’è nessun altro a trasportarla, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.”

Definizioni
A un monaco che viaggia:
a uno che cammina su una strada.
Se viene donata della lana:
se viene donata da un sangha, da una famiglia, da un parente, da un amico, o se si tratta di lana abbandonata, o se l’ha ottenuta con i propri beni.
Se la desidera:
se la desidera, può riceverla.
Se la riceve, può trasportarla da solo per un massimo di 40 chilometri:
può trasportarla da solo per un massimo di 40 chilometri.
Non c’è nessun altro che possa trasportarla:
non c’è nessun’altra persona che possa trasportarla, né una donna né un uomo, né un laico né un monaco.
Se la trasporta oltre, anche se non c’è nessun altro che possa trasportarla:
quando supera i 40 chilometri con il primo piede, commette una colpa di cattiva condotta. Se va oltre con il secondo piede, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se si trova entro il limite dei 40 chilometri, ma la lascia cadere oltre il limite dei 40 chilometri, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se la mette nel veicolo o tra i beni di un altro a sua insaputa, e va oltre i 40 chilometri, diventa soggetta a rinuncia. La lana deve essere ceduta a un sangha, a un gruppo o a un individuo. “E, monaci, dovrebbe essere ceduta in questo modo: … “Venerabili, questa lana, che ho trasportato per più di 40 chilometri, deve essere ceduta. La cedo al Sangha. … il Sangha dovrebbe dare… voi dovreste dare… Vi restituisco questa lana.”

Permutazioni
Se percorre più di 40 chilometri e li percepisce come maggiori, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se percorre più di 40 chilometri, ma non ne è sicuro, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione. Se percorre più di 40 chilometri, ma li percepisce come inferiori, commette una colpa che comporta la rinuncia e la confessione.
Se percorre meno di 40 chilometri, ma li percepisce come maggiori, commette una colpa di cattiva condotta. Se percorre meno di 40 chilometri, ma non ne è sicuro, commette una colpa di cattiva condotta. Se percorre meno di 40 chilometri e li percepisce come inferiori, non commette alcuna colpa.

Nessuna colpa
Non c’è colpa: se la trasporta per 40 chilometri; se la trasporta per meno di 40 chilometri; se la trasporta per 40 chilometri e poi la riporta indietro; se la trasporta per 40 chilometri con l’intenzione di fermarsi lì, ma poi la trasporta oltre; se riprende quella che gli era stata tolta e poi la trasporta; se riprende quella a cui aveva rinunciato e poi la trasporta; se la fa trasportare da qualcun altro; se è un manufatto completo; se è pazzo; se è la prima colpa.
La regola di pratica sulla lana, la sesta, è terminata.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Brahmali. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Nissaggiya Pācittiya