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MN 148: Chachakka Sutta – Sestupla sestina

Questo ho sentito. Una volta il Sublime dimorava presso Sâvatthî, nella Selva del Vincitore, nel parco di Anâthapindiko. Là il Sublime si rivolse ai monaci: “Vi esporrò la dottrina buona nel principio, nel mezzo, nella fine, nel senso e nella parola. Spiegherò l’ascetismo perfettamente purificato e rischiarato: ossia la sestupla sestina. Ascoltate con attenzione.

Sono da conoscersi sei sedi interne e sei esterne; sei gruppi di coscienza e sei di contatto; sei gruppi di sensazione e sei di sete. Sei sedi interne: sedi della vista, dell’udito, dell’odorato, del gusto, del tatto e della mente. Questa è la prima sestina.

Sei sedi esterne: sedi delle forme, dei suoni, degli odori, dei sapori, dei contatti e delle cose. Questa è la seconda sestina.

Sei gruppi di coscienza: per causa della vista e delle forme ha origine la coscienza visiva; per causa dell’udito e dei suoni, quella uditiva; per causa dell’odorato e degli odori, quella olfattiva; per causa del gusto e dei sapori, quella gustativa; per causa del tatto e dei tocchi, quella tattile; per causa della mente e delle cose, quella mentale. Questa è la terza sestina.

Sei gruppi di contatto: per la vista e le forme ha origine la coscienza visiva, l’unione dei tre è il contatto; per l’udito ed i suoni ha origine la coscienza uditiva, l’unione dei tre è il contatto; per l’odorato e gli odori ha origine la coscienza olfattiva, l’unione dei tre è il contatto; per il gusto e i sapori ha origine la coscienza gustativa, l’unione dei tre è il contatto; per il tatto ed i tocchi ha origine la coscienza tattile, l’unione dei tre è il contatto; per la mente e le cose ha origine la coscienza mentale, l’unione dei tre è il contatto. Questa è la quarta sestina.

Sei gruppi di sensazione: per la vista e le forme ha origine la coscienza visiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione; per l’udito ed i suoni ha origine la coscienza uditiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione; per l’odorato e gli odori ha origine la coscienza olfattiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione; per il gusto e i sapori ha origine la coscienza gustativa, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione; per il tatto ed i tocchi ha origine la coscienza tattile, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione; per la mente e le cose ha origine la coscienza mentale, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione. Questa è la quinta sestina.

Sei gruppi di sete: per la vista e le forme ha origine la coscienza visiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete; per l’udito ed i suoni ha origine la coscienza uditiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete; per l’odorato e gli odori ha origine la coscienza olfattiva, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete; per il gusto e i sapori ha origine la coscienza gustativa, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete; per il tatto ed i tocchi ha origine la coscienza tattile, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete; per la mente e le cose ha origine la coscienza mentale, l’unione dei tre è il contatto, per il contatto la sensazione, per la sensazione la sete. Questa è la sesta sestina.

‘La vista, le forme, la coscienza visiva, è l’anima;’: il dire così non va. Di esse si scorge il formarsi e il trapassare; se di esse si scorge il formarsi e il trapassare, allora si deve concludere: ‘L’anima mia si forma e trapassa’. Quindi esse non sono l’anima.

‘Il contatto visivo, la sensazione, la sete, è l’anima’: il dire così non va. Di essi si scorge il formarsi e il trapassare; se di essi si scorge il formarsi e il trapassare, allora si deve concludere: ‘L’anima mia si forma e trapassa’. Quindi essi non sono l’anima.

‘L’udito, l’odorato, il gusto, il tatto, la mente, è l’anima’: il dire così non va. Di essi si scorge il formarsi e il trapassare; se di essi si scorge il formarsi e il trapassare, allora si deve concludere: ‘L’anima mia si forma e trapassa’. Quindi essi non sono l’anima.

‘Le cose, la coscienza, il contatto mentale, la sensazione, la sete sono l’anima’: il dire così non va. Di essi si scorge il formarsi e il trapassare; se di essi si scorge il formarsi e il trapassare, allora si deve concludere: ‘L’anima mia si forma e trapassa’. Quindi essi non sono l’anima. Questa ora però, monaci, è la via conducente all’origine della persona. La vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il tatto, la mente si considerano così: ‘Questo è mio, questo sono io, questo è me stesso’. Le forme, i suoni, gli odori, i sapori, i contatti, le cose si considerano così: ‘Questo è mio, questo sono io, questo è me stesso’. I sei gruppi di coscienza, i sei gruppi di contatto, i sei gruppi di sensazione, i sei gruppi della sete si considerano così: ‘Questo è mio, questo sono io, questo è me stesso’. Questa ora però, monaci, è la via conducente alla fine della persona. La vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il tatto, la mente si considerano così: ‘Questo non è mio, questo non sono io, questo non è me stesso’. Le forme, i suoni, gli odori, i sapori, i contatti, le cose si considerano così: ‘Questo non è mio, questo non sono io, questo non è me stesso’. I sei gruppi di coscienza, i sei gruppi di contatto, i sei gruppi di sensazione, i sei gruppi della sete si considerano così: ‘Questo non è mio, questo non sono io, questo non è me stesso’.

Dalla vista e dalle forme ha origine la coscienza visiva, dall’unione dei tre il contatto, dal contatto ha origine una sensazione piacevole o dolorosa o neutra. Uno, essendo toccato da una sensazione piacevole, ne gioisce, se ne compiace, vi si attacca, e tende ad esserne attratto. Uno, essendo toccato da una sensazione dolorosa, se ne rattrista, se ne dispiace, si duole, si batte il petto, si dispera, e tende a provare repulsione. Uno, essendo toccato da una sensazione neutra, non ne riconosce conforme a realtà il sorgere, il tramonto, il godimento, il tormento e il superamento, e tende a ignorarla.

Che ora uno, nella sensazione piacevole non abbandonando la tendenza all’attrazione, in quella dolorosa non espellendo la tendenza alla repulsione, nella sensazione neutra non strappando la tendenza all’ignoranza, non abbandonando l’insipienza, non acquistando la scienza, possa ancora in questa vita porre fine al dolore: ciò non è possibile.

Dall’udito e dai suoni, ha origine la coscienza uditiva; dall’odorato e dagli odori, quella olfattiva; dal gusto e dai sapori, quella gustativa; dal tatto e dai tocchi, quella tattile; dalla mente e dalle cose, quella mentale: dall’unione dei tre, il contatto, dal contatto ha origine una sensazione piacevole o dolorosa o neutra. Uno, essendo toccato da una sensazione piacevole, ne gioisce, se ne compiace, vi si attacca, e tende ad esserne attratto. Uno, essendo toccato da una sensazione dolorosa, se ne rattrista, se ne dispiace, si duole, si batte il petto, si dispera, e tende a provare repulsione. Uno, essendo toccato da una sensazione neutra, non ne riconosce conforme a realtà il sorgere, il tramonto, il godimento, il tormento e il superamento, e tende a ignorarla.

Che ora uno, nella sensazione piacevole non abbandonando la tendenza all’attrazione, in quella dolorosa non espellendo la tendenza alla repulsione, nella sensazione neutra non strappando la tendenza all’ignoranza, non abbandonando l’insipienza, non acquistando la scienza, possa ancora in questa vita porre fine al dolore: ciò non è possibile.

Dalla vista e dalle forme ha origine la coscienza visiva, dall’unione dei tre il contatto, dal contatto ha origine una sensazione piacevole o dolorosa o neutra. Uno, essendo toccato da una sensazione piacevole, non ne gioisce, non se ne compiace, non vi si attacca, e non tende ad esserne attratto. Uno, essendo toccato da una sensazione dolorosa, non se ne rattrista, non se ne dispiace, non si duole, non si batte il petto, non si dispera, e non tende a provare repulsione. Uno, essendo toccato da una sensazione neutra, ne riconosce conforme a realtà il sorgere, il tramonto, il godimento, il tormento e il superamento, e non tende a ignorarla.

Che ora uno, nella sensazione piacevole abbandonando la tendenza all’attrazione, in quella dolorosa espellendo la tendenza alla repulsione, nella sensazione neutra strappando la tendenza all’ignoranza, abbandonando l’insipienza, acquistando la scienza, possa ancora in questa vita porre fine al dolore: ciò è possibile.

Dall’udito e dai suoni, ha origine la coscienza uditiva; dall’odorato e dagli odori, quella olfattiva; dal gusto e dai sapori, quella gustativa; dal tatto e dai tocchi, quella tattile; dalla mente e dalle cose, quella mentale: dall’unione dei tre, il contatto, dal contatto ha origine una sensazione piacevole o dolorosa o neutra. Uno, essendo toccato da una sensazione piacevole, non ne gioisce, non se ne compiace, non vi si attacca, e non tende ad esserne attratto. Uno, essendo toccato da una sensazione dolorosa, non se ne rattrista, non se ne dispiace, non si duole, non si batte il petto, non si dispera, e non tende a provare repulsione. Uno, essendo toccato da una sensazione neutra, ne riconosce conforme a realtà il sorgere, il tramonto, il godimento, il tormento e il superamento, e non tende a ignorarla.

Che ora uno, nella sensazione piacevole abbandonando la tendenza all’attrazione, in quella dolorosa espellendo la tendenza alla repulsione, nella sensazione neutra strappando la tendenza all’ignoranza, abbandonando l’insipienza, acquistando la scienza, possa ancora in questa vita porre fine al dolore: ciò è possibile.

Così considerando, monaci, il sapiente saggio discepolo non si ritrova nella vista, nell’udito, nell’odorato, nel gusto, nel tatto, nella mente; non si ritrova nelle forme, nei suoni, negli odori, nei gusti, nei contatti, nelle cose; non si ritrova nei sei gruppi di contatto, nei sei gruppi di sensazione, nei sei gruppi di sete. Non ritrovandosi, si distacca; distaccatosi si redime; ‘Nel redento è la redenzione’: questa cognizione sorge; ‘Esausta è la vita, vissuta la santità, operata l’opera, non esiste più questo mondo’: egli allora riconosce.”

Questo disse il Sublime. Contenti quei monaci approvarono il Suo discorso. Durante il corso di questa esposizione, a sessanta monaci l’animo s’era senza attaccamento redento dalle manie.

Riscrittura a partire dall’italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli ed Enrico Federici.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.

Testo: Majjhima Nikaya