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MN 137: Salâyatanavibhanga Sutta – Determinazione della sestupla sede

Questo ho sentito. Una volta il Sublime dimorava presso Sâvatthî, nella Selva del Vincitore, nel parco di Anâthapindiko. Là il Sublime si rivolse ai monaci: “Vi esporrò la determinazione della sestupla sede. Fate attenzione. Vi sono sei sedi interne e sei esterne; sei gruppi di coscienza e sei gruppi di contatto: diciotto processi mentali e trentasei vie di attaccamento. Quindi, appoggiandovi a questo, abbandonate quello. Chi così nobilmente segue le tre avanzate della meditazione, diviene un maestro degno di istruire la comunità.

Le sei sedi interne sono: vista, udito, odorato, gusto, tatto e mente. Le sei sedi esterne sono: forme, suoni, odori, sapori, contatti e cose. I sei gruppi di coscienza sono: visiva, uditiva, olfattiva, gustativa, tattile e mentale.

I sei gruppi di contatto sono: visivo, uditivo, olfattivo, gustativo, tattile e mentale.

I diciotto processi mentali sono: vedendo una forma si percepisce una forma gradevole, sgradevole o indifferente. Lo stesso sentendo con l’udito un suono, odorando con l’olfatto un odore, assaporando col gusto un sapore, toccando col tatto un contatto, pensando con la mente una cosa, si percepisce una sensazione gradevole, sgradevole o indifferente. Le trentasei vie di attaccamento sono sei letizie, sei tristezze e sei indifferenze legate alla casa; e sei letizie, sei tristezze e sei indifferenze legate alla rinunzia.

Le sei letizie legate alla casa sono: quella che sorge in chi pensa di aver ottenuto o di poter ottenere il godimento, o ricorda il già ottenuto e poi passato, svanito godimento di forme, divenute coscienti con la vista, forme desiderate, amate, gradevoli, piacevoli, congiunte con le gioie del mondo.

Le sei letizie legate alla rinunzia, conoscendo l’impermanenza, la mutabilità, l’evanescenza, la caducità delle forme, sono: ‘Forme di prima e forme di adesso, tutte le forme sono impermanenti, dolorose, mutevoli’; in chi vede così, conforme a realtà, con perfetta sapienza, sorge letizia legata alla rinunzia. Conoscendo l’impermanenza, la mutabilità, l’evanescenza, la caducità dei suoni, degli odori, dei sapori, dei contatti, delle cose: ‘Cose di prima e cose di adesso, tutte le cose sono impermanenti, dolorose e mutevoli’; in chi vede così, conforme a realtà, con perfetta sapienza, sorge letizia legata alla rinunzia.

Le sei tristezze legate alla casa sono: quella che sorge in chi pensa di non aver ottenuto o di non poter ottenere il godimento, o ricorda il non ottenuto ed anche passato, svanito godimento di forme, divenute coscienti con la vista, forme desiderate, amate, gradevoli, piacevoli, congiunte con le gioie del mondo.

Le sei tristezze legate alla rinunzia, conoscendo l’impermanenza, la mutabilità, l’evanescenza, la caducità delle forme, sono: ‘Forme di prima e forme di adesso, tutte le forme sono impermanenti, dolorose, mutevoli’; in chi vede così, conforme a realtà, con perfetta sapienza, si produce nostalgia per le supreme redenzioni: ‘Quando dunque anch’io dimorerò in possesso di quella sede che i santi già adesso possiedono?’ E a causa della nostalgia sorge in lui tristezza legata alla rinunzia.

Le sei indifferenze legate alla casa sono: vedendo con la vista una forma, l’indifferenza dello stolto, dell’ignorante, dell’inesperto uomo comune che non ne supera il limite, non ne vince la conseguenza, non ne scorge il danno, tale indifferenza non supera la forma. Sentendo con l’udito un suono, odorando con l’olfatto un odore, assaporando col gusto un sapore, toccando col tatto un contatto, pensando con la mente una cosa, l’indifferenza dello stolto, dell’ignorante, dell’inesperto uomo comune che non ne supera il limite, non ne vince la conseguenza, non ne scorge il danno, tale indifferenza non supera la cosa.

Le sei indifferenze legate alla rinunzia, conoscendo l’impermanenza, la mutabilità, l’evanescenza, la caducità delle forme, sono: ‘Forme di prima e forme di adesso, tutte le forme sono impermanenti, dolorose, mutevoli’; in chi vede così, conforme a realtà, con perfetta sapienza, sorge indifferenza che supera le forme, indifferenza legata alla rinunzia. Conoscendo l’impermanenza, la mutabilità, l’evanescenza, la caducità dei suoni, degli odori, dei sapori, dei contatti, delle cose: ‘Cose di prima e cose di adesso, tutte le cose sono impermanenti, dolorose e mutevoli’; in chi vede così, conforme a realtà, con perfetta sapienza, sorge indifferenza che supera le cose, indifferenza legata alla rinunzia.

Abbiamo detto: appoggiandovi a questo, abbandonate quello: ecco, monaci, appoggiandovi alle sei letizie legate alla rinunzia, adoperandole, abbandonate le sei letizie legate alla casa. Quindi, monaci, appoggiandovi alle sei tristezze legate alla rinunzia, adoperandole, abbandonate le sei tristezze legate alla casa. Quindi, monaci, appoggiandovi alle sei indifferenze legate alla rinunzia, adoperandole, abbandonate le sei indifferenze legate alla casa. Quindi, monaci, appoggiandovi alle sei letizie legate alla rinunzia, adoperandole, abbandonate le sei tristezze legate alla rinunzia. Quindi, monaci, appoggiandovi alle sei indifferenze legate alla rinunzia, adoperandole, abbandonate le sei letizie legate alla rinunzia.

Vi è, monaci, un’indifferenza varia, legata alla varietà, e un’indifferenza unica, legata all’unità. L’indifferenza varia legata alla varietà è l’indifferenza nelle forme, nei suoni, negli odori, nei sapori, nei contatti. L’indifferenza unica legata all’unità è l’indifferenza legata alla sede dello spazio illimitato, alla sede della coscienza illimitata, alla sede della non esistenza, alla sede della non coscienza né incoscienza. Quindi, appoggiandovi all’indifferenza unica, adoperandola, abbandonate l’indifferenza varia legata alla varietà, superatela. Appoggiandovi all’instancabilità, adoperandola, abbandonate l’indifferenza unica, superatela.

Abbiamo detto che chi segue le tre avanzate della meditazione, diviene un maestro degno di istruire la comunità. Ecco, monaci, un maestro espone la dottrina ai discepoli, benevolo, mosso da compassione: ‘Questo vi dà salute e bene’. Ma i suoi discepoli non gli danno ascolto, non aprono l’animo alla conoscenza, procedono trasgredendo i suoi precetti. Di ciò il Compiuto non prova scontentezza, e resta imperturbato, pensoso, cosciente. Questa è la prima avanzata della meditazione.

E inoltre ancora, un maestro espone la dottrina ai discepoli, benevolo, mosso da compassione: ‘Questo vi dà salute e bene’. Alcuni suoi discepoli non gli danno ascolto, non aprono l’animo alla conoscenza, procedono trasgredendo i suoi precetti. Di ciò il Compiuto non prova scontentezza né contentezza, evitandole entrambe, egli resta equanime, pensoso, cosciente. Questa è la seconda avanzata della meditazione.

E inoltre ancora, un maestro espone la dottrina ai discepoli, benevolo, mosso da compassione: ‘Questo vi dà salute e bene’. E i suoi discepoli lo sentono, gli danno ascolto, aprono l’animo alla conoscenza, procedono non trasgredendo i suoi precetti. Di ciò il Compiuto non prova scontentezza né contentezza, evitandole entrambe, egli resta equanime, pensoso, cosciente. Questa è la terza avanzata della meditazione.

S’è detto che egli è il supremo degli insegnanti, la guida dell’animale umano. Ecco, l’elefante domato, il cavallo domato, il bue domato, condotti dai rispettivi domatori, vanno nelle quattro direzioni. L’uomo domato, condotto dal Compiuto, va in otto direzioni. Queste: 1. formale, vede le forme; 2. internamente senza percezione di forme, vede esternamente forme; 3. è incline alla bellezza; 4. interamente superando le percezioni di forma, facendo sparire le percezioni repellenti, dimenticando le percezioni varie, nel pensiero ‘Infinito è lo spazio’ raggiunge il dominio dello spazio illimitato; 5. interamente superando il dominio dello spazio illimitato, nel pensiero ‘Infinita è la coscienza’ raggiunge il dominio della coscienza illimitata; 6. interamente superando il dominio della coscienza illimitata, nel pensiero ‘Niente esiste’ raggiunge il dominio della non esistenza; 7. interamente superando il dominio della non esistenza, raggiunge il dominio della non coscienza né incoscienza; 8. interamente superando il dominio della non coscienza né incoscienza, raggiunge la cessazione della sensibilità della percezione. L’uomo domato, condotto dal Compiuto, va in otto direzioni. Egli è detto il supremo degli insegnanti, il condottiero dell’animale umano.”

Questo disse il Sublime. Contento l’on. Ânando approvò le sue parole.

Riscrittura a partire dall’italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli ed Enrico Federici.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.

Testo: Majjhima Nikaya