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Kv 7.7: Pathavīkammavipākotikathā – Sulla Terra e sul Karma

Punto controverso: La terra è il risultato di un’azione.

Commentario: Poiché esiste un’azione umana diretta a ottenere il dominio e la sovranità sulla terra, alcuni, come gli Andhaka, ritengono che la terra stessa sia un risultato di tale azione (o karma). L’argomento è volto a dimostrare che (1) la terra non ha nulla in comune con i risultati senzienti causati dal karma; (2) che tali risultati sono una questione di esperienza soggettiva individuale, non condivisa da altri, miriadi dei quali non vivono nemmeno sulla terra.

Theravāda: È come dire che la terra appartiene alla sensazione piacevole, dolorosa o neutra, o che è congiunta mentalmente con la sensazione o con la percezione, o la formazione mentale, o la conoscenza, che la terra abbia un oggetto mentale, che può comunicare, riflettere, considerare, frequentare, intendere, pensare, mirare. Non è forse vero il contrario? Quindi la vostra tesi è sbagliata.
Di nuovo, confrontatela con qualcosa di mentale, con il contatto. Del contatto si potrebbe dire che è (i.) un risultato dell’azione e anche che (ii.) appartiene alla sensazione, e così via. Ma non si possono dire entrambe le cose della terra. Oppure, se si afferma il primo (i.) e si nega il secondo predicato (ii.) della terra, si deve essere pronti a fare altrettanto nel caso del contatto.
Inoltre, la terra subisce espansioni e contrazioni, fenditure e rotture. Si può dire altrettanto del risultato mentale dell’azione?
Inoltre, la terra può essere comprata e venduta, localizzata, raccolta, esplorata. Si può dire altrettanto del risultato dell’azione?
Anche in questo caso, la terra è comune a tutti gli altri. Ma il risultato della mia azione è comune a tutti gli altri? “Sì”, direte voi. Ma non è stato detto dall’Eccelso che: “Questo tesoro non appartiene a nessun altro, nessun bandito può rubarlo.
Il mortale che vuole fare bene deve compiere atti di merito”.
Quindi è sbagliato dire che il risultato di un’azione è sperimentato da tutti gli altri.
Inoltre, ammettereste che prima la terra viene costituita e dopo gli esseri rinascono su di essa. Ma il risultato si realizza prima e dopo le persone agiscono per assicurare il risultato? Se lo negate, non potete sostenere che la terra sia il risultato di un’azione.
Inoltre, la terra è un risultato comune di un’azione collettiva? Sì, dite? Intendete dire che tutti gli esseri godono dell’uso della terra? Se negate, non potete affermare la vostra tesi. Se invece assentite, vi chiedo se c’è qualcuno che trapassa senza godere dell’uso della terra? Voi affermate, naturalmente. Ma c’è qualcuno che trapassa senza esaurire il risultato sperimentato delle sue azioni? Naturalmente negate… .
Inoltre, la terra è il risultato dell’azione di un essere che è un monarca del mondo e gli altri esseri partecipano all’uso della terra? Sì, rispondete. Allora gli altri esseri fanno uso del risultato delle sue azioni? Voi negate… Io chiedo di nuovo e voi acconsentite. Ma allora, gli altri esseri partecipano anche al suo contatto, alle sensazioni, alla percezione, alla formazione mentale, alla coscienza, alla fede, all’energia, alla consapevolezza, alla concentrazione, alla conoscenza?Naturalmente negate… .

Andhaka: Ma se la nostra tesi è errata, c’è sicuramente un’azione per ottenere il dominio sulla terra, un’azione per ottenere la sovranità sulla terra? Se è così, sicuramente la terra è il risultato di un’azione.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu