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Kv 4.6: Bodhiyābuddhotikathā – Sul diventare “Illuminato” (Buddha) attraverso l’Illuminazione (bodhi)

Punto controverso: Attraverso l’Illuminazione si diventa “l’Illuminato”.

Commentario: Bodhi equivale a (1) visione profonda dei Quattro Sentieri; (2) visione profonda di tutte le realtà, o l’onniscienza di un Buddha. Alcuni, come gli Uttarapathaka, [non distinguono, ma] ritengono che, come una cosa è chiamata bianca per la superficie di colore bianco, nera per la superficie di colore nero, così una persona è chiamata ‘Buddha’ per questo o quell’aspetto della bodhi.

Theravāda: Se è in virtù dell’illuminazione che uno diventa “Illuminato”, allora ne consegue che, in virtù della cessazione, della sospensione, della fine dell’illuminazione, egli cessa di essere Illuminato: questo lo negate, ma lo implicate.
Oppure si è illuminati solo in virtù dell’illuminazione passata? Naturalmente negate questo, e allora il mio punto precedente è valido. Se siete d’accordo, intendete dire che chi è illuminato esercita l’opera di illuminazione solo in virtù dell’illuminazione passata? Se assentite, implicate che egli comprenda la sofferenza, ne elimina l’origine, ne realizzi la cessazione, sviluppi l’Ottuplice Sentiero a questo fine, grazie a quell’illuminazione passata, il che è assurdo.
Sostituite a “passata” l’illuminazione “futura” e lo stesso argomento si applica.
Supponiamo che uno sia chiamato Illuminato grazie all’illuminazione presente: se affermate che esercita il frutto dell’illuminazione grazie all’illuminazione presente, dovete anche affermare per analogia che se è chiamato Illuminato grazie all’illuminazione passata o futura, è grazie a questa che comprende la sofferenza, ne elimina l’origine e così via – cosa che voi negate.
Infatti, se un illuminato, così chiamato in virtù dell’illuminazione passata o di quella futura, non esercita il frutto dell’illuminazione, rispettivamente attraverso l’una o l’altra, allora per analogia uno che è illuminato dall’illuminazione presente non esercita l’illuminazione attraverso quell’illuminazione presente, il che è assurdo.
Affermate allora che uno è chiamato Illuminato attraverso l’illuminazione passata, presente e futura? Allora ci sono tre illuminazioni? Se negate, la vostra affermazione di cui sopra non regge. Se assentite, implicate che egli, essendo continuamente, costantemente, ininterrottamente dotato di tre illuminazioni, queste tre sono simultaneamente presenti in lui, cosa che ovviamente negate.

Uttarāpathaka: Ma sicuramente chi viene chiamato Illuminato è uno che ha realizzato l’illuminazione? In che modo la mia tesi è sbagliata?

Theravāda: Voi presumete che uno sia chiamato Illuminato per aver realizzato l’illuminazione, o grazie all’illuminazione: l’illuminazione è la stessa cosa della realizzazione dell’illuminazione?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu