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Kv 22.7: Āsevanapaccayakathā – Sulla correlazione per ripetizione

Punto controverso: Non c’è correlazione per mezzo della ripetizione.

Commentario: Poiché tutti i fenomeni sono momentanei e nulla persiste per più di un istante, nulla può essere correlato in modo tale da provocare una ripetizione; quindi non c’è mai ripetizione. Questa è anche l’opinione dei Uttarapathaka.

Theravāda: Ma non è stato detto dall’Eccelso che: “L’uccidere, monaci, se praticato abitualmente e moltiplicato, conduce alla rinascita negli inferi, o tra gli animali, o tra i Peta. Nella sua forma più lieve porta e favorisce una breve vita tra gli uomini”?
Inoltre: “Il furto, monaci, l’adulterio, la menzogna, la maldicenza, il pronunciare parole offensive, le chiacchiere inutili, l’intossicazione, praticati abitualmente e moltiplicati, sono tutti e tre forieri di rinascita negli inferi, tra gli animali o tra i Peta. Il più lieve furto porta alla distruzione della proprietà; la più lieve offesa alla castità dà luogo a misure di ritorsione tra gli uomini; la più lieve forma di menzogna espone il bugiardo a false accuse tra gli uomini; la più lieve colpa di calunnia porta alla rottura dell’amicizia tra gli uomini; il più lieve risultato di parole offensive crea suoni stridenti all’orecchio umano; il più lieve risultato di chiacchiere inutili sono parole che non incutono rispetto tra gli uomini; la più lieve ebbrezza porta alla mancanza di sanità mentale tra gli uomini”?
Inoltre: “False visioni, monaci, false aspirazioni, sforzi, parole, attività, mezzi di sussistenza, consapevolezza, concentrazione – tutti e ciascuno, se abitualmente praticati, sviluppati e moltiplicati, conducono alla rinascita negli inferi, tra gli animali, tra i Peta”?
Inoltre: “Le rette visioni, i retti sforzi, ecc. praticati abitualmente, sviluppati e moltiplicati, hanno la loro base, la loro meta e il loro fine nei mondi celesti”?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu