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Kv 17.2: Natthiarahatoakālamaccūtikathā – Sugli arahant e la morte prematura

Punto controverso: Un Arahant non può avere una morte prematura.

Commentario: A causa della noncuranza nel comprendere il Sutta citato qui sotto, alcuni – per esempio i Kajagirika e i Siddhatthika – sostengono che, poiché un Arahant deve sperimentare i risultati di tutto il suo karma prima di completare l’esistenza, non può avere una morte improvvisa.

Theravāda: Allora non ci sono assassini di arahant? Ammettete che ce ne sono. Ora, quando qualcuno uccide un arahant, uccide un uomo vivente o un uomo non vivente? Se è così, non potete sostenere la vostra tesi. Se è la seconda, non c’è omicidio e la vostra affermazione è sbagliata.
Inoltre, ammettete che il veleno, le armi o il fuoco possono accedere al corpo di un arahant. È quindi chiaro che un arahant può subire una morte improvvisa. Ma se lo negate, allora non può esistere un assassino.

Rājagirika, Siddhatthika: Ma non è stato detto dall’Eccelso che: “Io dichiaro, monaci, che non ci può essere distruzione dell’energia karmica prima che sia stato sperimentato il risultato delle azioni deliberatamente compiute e conservate, sia che tale distruzione avvenga nelle condizioni attuali, sia che avvenga in quelle successive o in una serie successiva di condizioni”?
Quindi non c’è morte prematura per un arahant.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu