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Kv 14.3: Anantarapaccayakathā – Sulla immediata continuità dei sensi

Punto controverso: Una sensazione segue un’altra come una sequenza unitaria e continua.

Commentario: Considerando il rapido alternarsi di vista e udito durante gli spettacoli di danza e canto, alcuni, come gli Uttarapathaka, ritengono che le cognizioni sensoriali sorgano in una successione ininterrotta.

Theravāda: Volete forse affermare che l’attenzione mentale, le correzioni, ecc. evocate dalla coscienza visiva sono le stesse di quelle evocate dalla coscienza uditiva? Non affermereste che questo è sbagliato? E se è sbagliato, intendete dire che la coscienza uditiva non produce alcun avviso o controllo della mente? Non è forse vero il contrario? Ma se è vero, la vostra tesi decade.
Inoltre, siete d’accordo che la “coscienza visiva” si verifica per la persona che vede un oggetto visibile. In altre parole, se la coscienza visiva ha come oggetto solo l’oggetto visibile e nient’altro, la coscienza uditiva che segue ininterrottamente deve avere solo lo stesso tipo di oggetto e nient’altro… .
La nostra dottrina dice che: “A causa dell’occhio e degli oggetti visibili sorge la coscienza visiva.”
Si possono sostituire le parole “coscienza uditiva”? Voi lo negate. Ma il Sutta è così? No, dite, solo la precedente citazione era giusta. Ma se la vostra tesi è giusta, state affermando che la coscienza visiva data non è altro che la coscienza uditiva data. Lo stesso argomento vale per qualsiasi dei cinque tipi di senso che consideriamo.

Uttarāpathaka: Ma se siamo in errore, considerate qualsiasi tipo di rappresentazione drammatica, quando si danza, si canta, si recita, lo spettatore non vede forse gli oggetti, non sente i suoni, non sente gli odori, non sente i sapori e non tocca le cose tangibili? Allora è giusto dire che i cinque tipi di cognizione sensoriale sorgono in una sequenza unitaria e continua.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu