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Kv 13.7: Samāpannoassādetikathā – Sui Jhāna come piacere

Punto controverso: Il saggio gode del Jhāna e il desiderio del Jhāna ha come oggetto lo stesso Jhāna.

Commentario: Questa opinione, sostenuta ad esempio dagli Andhaka, si basa sulla frase: “Colui che entra e dimora nel Primo Jhana trova piacere in esso.”

Theravāda: Intendete affermare che un dato Jhāna è l’oggetto mentale di quello stesso Jhāna? Se negate, la vostra tesi decade. Se assentite, dovete ugualmente ammettere che egli tocca un dato contatto mentale con lo stesso contatto, prova una data sensazione con quella sensazione, e così via per la percezione, per la formazione mentale, per il pensiero, per la concentrazione applicata e sostenuta, per la gioia, per la consapevolezza, per la conoscenza….
Ammettete che il desiderio del Jhāna e il Jhāna stesso sono forme di esperienza cosciente?
Ma siete disposti ad ammettere anche che costituiscono due processi coscienti in atto contemporaneamente? Se lo negate, allora la vostra precedente ammissione non è valida. E se ammettete inoltre che il desiderio del Jhāna è sbagliato mentre il Jhāna stesso è buono, mettete il bene e il male l’uno contro l’altro nella stessa coscienza – cose “lontane come la terra e il cielo”, ecc.

Andhaka: Ma, se siamo in errore, non è stato detto dall’Eccelso che: “Prendete il caso, monaci, di un monaco che, lontano dalle idee sensuali, lontano dalle idee malvagie, entra e dimora nel primo Jhāna: ne gode, lo desidera e ne è deliziato”?
Quindi sicuramente l’esperto gode del Jhāna, e il desiderio del Jhāna ha il Jhāna come oggetto mentale.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu