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Kv 13.3: Anantarāpayuttakathā – Sui complici dei crimini principali

Punto controverso: Una persona che, in qualità di complice, è coinvolta nel “castigo immediato” può entrare nel Vero Sentiero della Verità.

Commentario: Una persona di questo tipo, che alla morte eredita l’effetto immediato del karma, può aver favorito uno dei crimini principali (matricidio, ecc.) in uno dei due modi: con un’ingiunzione permanente o duratura a commettere il crimine, oppure con un’ingiunzione occasionale. Chi ha commesso un crimine del primo gruppo è già sicuro della sua sorte lungo il falso sentiero, in quanto è nata la volontà di compiere tale azione. È incapace di accedere al Vero Sentiero. Ma l’altro gruppo di complici non è incapace. Così concludiamo nella nostra dottrina. Ma alcuni, come gli Uttarapathaka, giudicano quest’ultimo gruppo come noi giudichiamo solo il primo.

Uttarāpathaka: Intendete dire che un tale colpevole complice può intraprendere sia il Falso che il Vero Sentiero della Verità? Se negate, non potete nemmeno affermare la vostra tesi.
Inoltre, se diventa preoccupato e inquieto dopo il suo legame con l’azione, come potrà mai entrare nel Vero Sentiero della Verità?

Theravāda: Voi dite che non è in grado di intraprendere quel Sentiero. Ma state supponendo che uno o l’altro dei cinque crimini principali sia stato effettivamente commesso con la sua complicità? La vostra tesi lo suggerisce.
Inoltre, affermate che un complice di tali crimini, quando ha abbandonato la sua istigazione e ha dissipato la sua preoccupazione e il suo rimorso, è ancora incapace di intraprendere il Vero Sentiero della Verità. In questo modo, intendete dire che uno dei gravi crimini appena citati è stato effettivamente commesso su sua istigazione. Ma potete mantenere la vostra tesi di fronte al fatto che si sia ravveduto prima di commettere l’atto?

Uttarāpathaka: Ma non ha forse istigato qualcuno a commetterlo in precedenza? Come potete allora giudicarlo capace di intraprendere il Vero Sentiero della Verità?

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu