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Kv 12.8: Jīvitāvoropanakathā – Sull’omicidio

Punto controverso: Una persona che ha raggiunto la retta visione può comunque uccidere di proposito.

Commentario: Questo punto di vista è dovuto alla mancanza di una corretta distinzione, da parte di alcuni Uttarapathaka, tra una negativa rinascita e i desideri naturali relativi agli oggetti di senso sperimentati da coloro che sono coinvolti in tale rinascita.

Theravāda: Quindi affermate che può commettere intenzionalmente qualsiasi omicidio, anche il peggiore, cioè matricidio, parricidio, arahanticidio, o che con odio può ferire un Tathāgata, o creare uno scisma nel Sangha… .
Inoltre, affermate che, poiché può commettere un’azione del genere, non può avere alcuna venerazione per il Buddha, per il Dhamma, per il Sangha o per la Disciplina, mentre sapete, d’altra parte, che tale persona prova esattamente il contrario.
Inoltre, affermate che una persona del genere può profanare i santuari del Buddha, dissacrarli, sputarci sopra, comportarsi come un infedele in loro presenza?
Ma non è stato detto dall’Eccelso? “Come l’oceano, monaci, rimane della stessa natura e non oltrepassa la riva, così è il corpo dei precetti che ho stabilito per coloro che sono uditori della mia parola, e che essi per tutta la vita non oltrepassano”?
Perciò non è giusto dire che una persona che ha raggiunto la retta visione possa uccidere una creatura vivente.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu