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Il mondo

“Io dico, amico, che dove non si nasce, non si invecchia, non si muore, non si passa da uno stato all’altro, né si rinasce, quella “fine del mondo” non può essere conosciuta, vista o raggiunta viaggiando. Eppure io dico che non c’è fine di dukkha senza raggiungere la fine del mondo. Piuttosto, è in questo corpo pieno di insidie, dotato di percezione e mente, che faccio conoscere il mondo, il sorgere del mondo, la cessazione del mondo e la via per la cessazione del mondo.”

Il Buddha era fondamentalmente un meditante che si concentrava principalmente sull’esperienza soggettiva piuttosto che sulla realtà oggettiva. Così, mentre la maggior parte delle persone intende il mondo come una realtà esterna, il Buddha lo comprende attraverso il modo in cui lo percepiamo e lo interpretiamo. Questo è davvero l’unico modo in cui possiamo veramente arrivare a comprendere la realtà, che in realtà è solo una percezione e un’interpretazione nella nostra mente. E, soprattutto, è nella nostra mente che possiamo porre fine a dukkha.

Questo sottolinea l’importanza dello sviluppo mentale o della meditazione come mezzo per realizzare la verità del “mondo”.

Ajahn ThiradhammoTreasures of the Buddha’s Teaching, p. 76.