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Cp 19: Alīnasattucariya – La condotta di Alīnasattu

“Nella bella città del regno di Pañcāla,
nella capitale di Kapilā,
il re di nome Jayaddisa
era dotato di qualità virtuose.

Io ero il figlio di quel re,
ben istruito e virtuoso;
Alīnasattu di belle qualità,
mi sono sempre preso cura degli ultimi.

Mio padre era andato a caccia di cervi
quando si imbatté in un cannibale,
che afferrò mio padre dicendo,
‘Sei la mia preda, non muoverti!’

Quando sentì queste parole,
si spaventò e tremò di paura,
le sue gambe si irrigidirono
quando vide il cannibale.

‘Lasciami, prendi la carne di cervo! – disse,
Prometto di tornare.’
Dopo aver pagato il brahmano, (questo fa riferimento a un dettaglio dei Jātaka. 
Prima di iniziare la caccia, un brahmano incontrato sulla strada recitò quattro 
versi e il re promise che sarebbe stato pagato.
)
Mio padre mi disse:

‘Figlio, governa il regno.
Non trascurare questa città.
Ho promesso al cannibale
che sarei tornato.’

Mi inchinai a mio padre e a mia madre,
e mi sostituii a loro.
Gettando via arco e spada,
mi avvicinai al cannibale.

Forse con le armi in pugno
potrei fargli paura.
Ma ciò violerebbe la mia morale,
se lo spaventassi.

Per paura di violare la mia morale,
non gli ho detto nulla di odioso.
In modo amorevole e benefico,
dissi quanto segue:

‘Accendi un grande fuoco.
Mi ci calerò dentro da un albero.
Quando saprai che sono cotto,
potrai mangiarmi, Nonno.’

E così, per amore dei miei voti morali, 
non ho protetto la mia vita.
E scacciai per sempre
i suoi attacchi alle creature viventi.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, The Conduct Leading to Buddhahood. 
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoCariyapitaka