“Quando ero una lepre
una lepre che vagava per la foresta,
mangiando erba, foglie, verdure e frutta,
astenendomi dal fare del male agli altri,
una scimmia, uno sciacallo,
una giovane lontra e io
vivevamo nella stessa zona
e ci vedevamo insieme mattina e sera.
Li consigliai
riguardo alle buone e alle cattive azioni:
‘Evitate le cattive azioni,
e attaccatevi alle buone.’
Vedendo la luna piena
nel giorno dell’Uposatha,
lo indicai loro, dicendo
‘Oggi è l’Uposatha.
Preparate i doni
per uno degno di offerte.
Avendo donato a uno degno di offerte,
osservate il giorno dell’Uposatha.’
Dicendomi “Bene!”
prepararono i doni
secondo le loro capacità e i loro mezzi,
e cercarono uno degno di offerte.
Mentre ero seduto ho pensato a
che tipo di dono sarebbe stato adatto a una persona degna di offerte:
‘Se dovessi trovare un degno destinatario,
che regalo farei?
Non ho sesamo né fagioli mung,
né legumi, né riso, né ghee.
Mi nutro solo di erba,
ma non è qualcosa che posso offrire.
Se qualcuno degno di offerte viene
a cercare l’elemosina a me,
io darò me stesso:
non se ne andrà a mani vuote.’
Conoscendo i miei pensieri,
Sakka, sotto le sembianze di un brahmano
si avvicinò alla mia tana
per mettere alla prova la mia generosità.
Vedendolo fui euforico
e dissi quanto segue:
‘È molto bello che tu sia venuto
da me in cerca di cibo.
Oggi ti offrirò
un bel dono mai fatto prima.
Sei dotato di virtù,
non sei disposto a fare del male agli altri.
Vieni, accendi il fuoco,
dopo aver raccolto diversi rami.
Mi cucinerò da solo,
e tu mi mangerai arrosto.’
‘Bene!’, disse felice,
e raccolse diversi rami.
Costruì una grande pira,
e mise un tizzone nell’incavo.
Lì accese un fuoco
che sarebbe cresciuto rapidamente.
Scuotendo le mie membra impolverate,
mi ritirai da un lato
Quando il grande mucchio di rami
bruciava e ardeva,
saltai su e mi tuffai
nelle fiamme ardenti.
Come se mi fossi tuffato
nell’acqua fresca,
che placa l’angoscia e la febbre,
e che porta soddisfazione e gioia.
Così è stato
quando sono entrato nella fiamma ardente.
Ha placato l’angoscia e la febbre,
proprio come l’acqua fresca.
Pelle esterna e interna, carne e tendini,
ossa, cuore e muscoli:
tutto il mio corpo
ho donato al brahmano.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, The Conduct Leading to Buddhahood.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Cariyapitaka