Un tempo il Beato soggiornava a Campā su una sponda dello Stagno di Loto Gaggārā. In quell’occasione i monaci stavano rimproverando un monaco per una colpa. Appena fu rimproverato, quel monaco rispose in modo evasivo, deviò la discussione su un argomento irrilevante e mostrò rabbia, odio e risentimento. Allora il Beato si rivolse ai monaci: “Monaci, dovete espellere questa persona! Monaci, dovete espellere questa persona! Questa persona dovrebbe essere bandita. Perché il figlio di un altro dovrebbe turbarvi?
Ecco, monaci, finché i monaci non vedono la sua colpa, una persona ha lo stesso modo (1) di andare avanti e (2) di tornare indietro, (3) di guardare avanti e (4) di guardare da parte, (5) di piegarsi e (6) di allungare le membra, (7) di indossare le vesti e (8) di portare la veste e la ciotola come i retti monaci. Quando, però, vedono le sue colpe, lo riconoscono come una corruzione tra gli asceti, solo pula e spazzatura tra gli asceti. Allora lo espellono. Per quale motivo? Perché non corrompa i retti monaci.
Supponiamo che, mentre un campo di orzo sta crescendo, appaia un orzo marcio che è solo pula e spazzatura tra l’orzo. Finché non spunta la testa, le sue radici sono come quelle delle altre colture, il buon orzo; il suo stelo è come quello delle altre colture, il buon orzo; le sue foglie sono come quelle delle altre colture, il buon orzo. Quando, però, spunta la testa, la riconoscono come orzo avariato, solo pula e spazzatura tra l’orzo. Allora lo tirano su per la radice e lo eliminano dal campo d’orzo. Per quale motivo? Perché non rovini l’orzo buono.
Allo stesso modo, finché i monaci non vedono la sua offesa, una persona ha lo stesso modo (1) di andare avanti e … lo espellono. Per quale motivo? Perché non corrompa i retti monaci.
Supponiamo che, durante la spigolatura di un grande campo di grano, i chicchi sodi e duri si ammassino da una parte e che il vento porti i chicchi rovinati e la pula da un’altra parte. Allora i proprietari prendono una scopa e li spazzano ancora più lontano. Per quale motivo? Per non rovinare il grano buono.
Allo stesso modo, finché i monaci non vedono la sua offesa, una persona ha lo stesso modo (1) di andare avanti e … lo espellono. Per quale motivo? Perché non corrompa i retti monaci.
Supponiamo che un uomo abbia bisogno di una grondaia per un pozzo. Prende un’ascia affilata ed entra nel bosco. Colpisce alcuni alberi con l’ascia. Quando li colpisce, gli alberi solidi e robusti emettono un suono sordo, mentre quelli interiormente marci, corrotti e rovinati emettono un suono vuoto. Allora l’uomo taglia l’albero, taglia la chioma, lo ripulisce a fondo e lo usa come grondaia per un pozzo.
Allo stesso modo, finché i monaci non vedono la sua offesa, una persona ha lo stesso modo (1) di andare avanti e (2) di tornare indietro, (3) di guardare avanti e (4) di guardare da parte, (5) di piegarsi e (6) di allungare le membra, (7) di indossare le vesti e (8) di portare la veste esterna e la ciotola come i buoni monaci. Quando, però, vedono le sue offese, lo riconoscono come una corruzione tra gli asceti, solo pula e spazzatura tra gli asceti. Allora lo espellono. Per quale motivo? Perché non corrompa i retti monaci.
Vivendo con lui, lo si conosce come
una persona irascibile con desideri malvagi;
un calunniatore, ostinato e insolente,
invidioso, avaro e ingannatore.
Parla alle persone come un asceta,
rivolgendosi loro con voce calma,
ma in segreto compie azioni malvagie,
ha opinioni maligne e manca di rispetto.
Anche se è subdolo, un diffusore di menzogne,
dovreste conoscerlo per quello che è veramente;
poi dovreste riunirvi tutti in armonia
e allontanarlo con fermezza.
Liberatevi della spazzatura!
Eliminate i dissoluti!
Spazzate via la pula,
i falsi asceti che si credono tali!
Dopo aver bandito i desideri malvagi,
la cattiva condotta e le azioni nocive,
dimorate in comunione, sempre attenti,
il puro con il puro; allora, in armonia, vigili,
porrete fine alla sofferenza.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya