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AN 7.54: Abyākata Sutta – Non dichiarate

Un monaco andò dal Beato e, lì giunto, dopo essersi inchinato a lui, si sedette a lato. Lì seduto, disse al Beato: “Signore, qual è la causa, qual è il motivo per cui il dubbio non sorge in un nobile e istruito discepolo su questioni non dichiarate?”

“A causa della cessazione delle visioni, monaco, il dubbio non sorge in un nobile e istruito discepolo sulle questioni non dichiarate. La visione: ‘Il Tathagata esiste dopo la morte’, la visione: ‘Il Tathagata non esiste dopo la morte’, la visione: ‘Il Tathagata esiste e non esiste dopo la morte’, la visione: ‘Il Tathagata né esiste né non esiste dopo la morte’: la persona comune non istruita non discerne la visione, non discerne l’origine della visione, non discerne la cessazione della visione, non discerne il sentiero di pratica che conduce alla cessazione della visione, e così quella visione cresce. Non è liberata dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; dalle pene, dai lamenti, dai dolori, dalle angosce e dalle disperazioni. Non è liberata, vi dico, dalla sofferenza e dal dolore.
Invece il nobile e istruito discepolo discerne la visione, discerne l’origine della visione, discerne la cessazione della visione, discerne il sentiero di pratica che conduce alla cessazione della visione, e così per lui la visione cessa. Egli è liberato dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; dalle pene, dai lamenti, dai dolori, dalle angosce e dalle disperazioni. È liberato, vi dico, dalla sofferenza e dal dolore.
Così conoscendo, così vedendo, il nobile e istruito discepolo non dichiara che ‘Il Tathagata esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata non esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata esiste e non esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata né esiste né non esiste dopo la morte’. Così conoscendo, così vedendo, egli è di natura tale da non dichiarare le questioni non dichiarate. Così conoscendo, così vedendo, non è angosciato, non ha paura, non trema e non si agita per le questioni non dichiarate.
‘Il Tathagata esiste dopo la morte’ – questa visione prodotta dalla brama, dalla percezione, dall’ideazione, dall’elaborazione, prodotta dall’attaccamento: è angoscia. ‘Il Tathagata non esiste dopo la morte’: è angoscia. ‘Il Tathagata esiste e non esiste dopo la morte’: è angoscia. ‘Il Tathagata né esiste né non esiste dopo la morte’: è angoscia.
La persona comune non istruita non discerne l’angoscia, non discerne l’origine dell’angoscia, non discerne la cessazione dell’angoscia, non discerne il sentiero di pratica che conduce alla cessazione dell’angoscia, e così l’angoscia cresce. Non è liberata dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; dalle pene, dai lamenti, dai dolori, dalle angosce e dalle disperazioni. Non è liberata, vi dico, dalla sofferenza e dal dolore.
Invece il nobile e istruito discepolo discerne l’angoscia, discerne l’origine dell’angoscia, discerne la cessazione dell’angoscia, discerne il sentiero di pratica che conduce alla cessazione dell’angoscia, e così per lui l’angoscia cessa. Egli è liberato dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; dalle pene, dai lamenti, dai dolori, dalle angosce e dalle disperazioni. È liberato, vi dico, dalla sofferenza e dal dolore.
Così conoscendo, così vedendo, il nobile e istruito discepolo non dichiara che ‘Il Tathagata esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata non esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata esiste e non esiste dopo la morte’, non dichiara che ‘Il Tathagata né esiste né non esiste dopo la morte’. Così conoscendo, così vedendo, egli è di natura tale da non dichiarare le questioni non dichiarate. Così conoscendo, così vedendo, non è angosciato, non ha paura, non trema e non si agita per le questioni non dichiarate.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya