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AN 6.30: Anuttariya Sutta – Realtà insuperabili

“Monaci, ci sono queste sei realtà insuperabili. Quali sei? (1) La vista insuperabile, (2) l’udito insuperabile, (3) il guadagno insuperabile, (4) la pratica insuperabile, (5) il servire insuperabile, e (6) il ricordo insuperabile.

(1) E qual è, monaci, la vista insuperabile? In questo caso, una persona va a vedere uno splendido elefante, uno splendido cavallo, uno splendido gioiello, o a vedere varie visioni; oppure va a vedere un asceta o un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questo vedere; questo non lo nego. Ma questo vedere è inferiore, comune, mondano, ignobile e non vantaggioso; non porta al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di ferma devozione, decisa, piena di fiducia, va a vedere il Tathagata o un discepolo del Tathagata: questa vista insuperabile è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questa è chiamata la vista insuperabile. Tale è la vista insuperabile.

(2) E qual è l’insuperabile udito? In questo caso, una persona sente il suono dei tamburi, il suono dei liuti, il suono del canto, o sente vari suoni; oppure ascolta il Dhamma di un asceta o di un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questo ascolto; questo non lo nego. Ma questo ascolto è inferiore, comune, mondano, ignobile e non vantaggioso; non porta al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di ferma devozione, decisa, piena di fiducia, va ad ascoltare il Tathagata o un discepolo del Tathagata: questo insuperabile ascolto è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questo è chiamato l’insuperabile udito. Tale è la vista insuperabile e l’udito insuperabile.

(3) E qual è il guadagno insuperabile? In questo caso, una persona guadagna un figlio, una moglie o una ricchezza; oppure guadagna vari beni; oppure guadagna la fede in un asceta o in un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questo guadagno; questo non lo nego. Ma questo guadagno è inferiore, comune, mondano, ignobile e non vantaggioso; non conduce al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di ferma devozione, decisa, piena di fiducia, guadagna la fede nel Tathagata o in un discepolo del Tathagata: questo guadagno insuperabile è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questo è chiamato il guadagno insuperabile. Tale è la vista insuperabile, l’udito insuperabile e il guadagno insuperabile.

(4) E qual è la pratica insuperabile? In questo caso, una persona si esercita nel cavalcare un elefante, nell’equitazione, nel guidare un carro, nel tiro con l’arco, nell’arte della spada; oppure si esercita in vari campi; oppure si esercita presso un asceta o un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questa pratica; questo non lo nego. Ma questa pratica è inferiore, comune, mondana, ignobile e non vantaggiosa; non porta al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di forte devozione, decisa, piena di fiducia, si esercita nel comportamento virtuoso superiore, nella mente superiore e nella saggezza superiore secondo il Dhamma e la disciplina proclamati dal Tathagata: questa insuperabile pratica è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questa è chiamata la pratica insuperabile. Tale è la vista insuperabile, l’udito insuperabile, il guadagno insuperabile e la pratica insuperabile.

(5) E qual è il servire insuperabile? In questo caso, una persona serve un khattiya, un brahmano, un capofamiglia; oppure serve vari altri; oppure serve un asceta o un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questo tipo di servizio; questo non lo nego. Ma questo tipo di servizio è inferiore, comune, mondano, ignobile e non vantaggioso; non porta al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di ferma devozione, decisa, piena di fiducia, serve il Tathagata o un discepolo del Tathagata: questo servizio insuperabile è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questo è chiamato il servire insuperabile. Così c’è la vista insuperabile, l’udito insuperabile, il guadagno insuperabile, la pratica insuperabile e il servire insuperabile.

(6) E qual è il ricordo insuperabile? In questo caso, una persona ricorda il guadagno di un figlio, di una moglie o di una ricchezza; oppure ricorda vari tipi di guadagno; oppure ricorda un asceta o un brahmano con falsa dottrina e disciplina. C’è questo tipo di ricordo; questo non lo nego. Ma questo tipo di ricordo è inferiore, comune, mondano, ignobile e non vantaggioso; non porta al disincanto, al distacco, alla cessazione, alla pace, alla retta conoscenza, all’illuminazione e al nibbāna. Quando, invece, una persona di fede salda, di ferma devozione, decisa, piena di fiducia, ricorda il Tathagata o un discepolo del Tathagata: questo insuperabile ricordo è per la purificazione degli esseri, per il superamento del dolore e del lamento, per il superamento della sofferenza e dello sconforto, per il raggiungimento del metodo, per la realizzazione del nibbāna. Questo è chiamato il ricordo insuperabile. Queste, monaci, sono le sei realtà insuperabili.”

Avendo ottenuto la migliore delle visioni,
e l’insuperabile udito, avendo acquisito l’insuperabile guadagno,
deliziandosi dell’insuperabile pratica, vigile nel servire,
egli sviluppa il ricordo legato all’isolamento, sicuro, che conduce all’immortale.
Gioendo nella vigilanza, prudente, frenato dalla virtù,
col tempo egli realizza la cessazione della sofferenza.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya