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AN 6.28: Dutiyasamaya Sutta – Occasione (2)

Un tempo alcuni anziani monaci soggiornavano a Bārāṇasī nel parco dei cervi di Isipatana. Poi, dopo il loro pasto, al ritorno dal loro giro di elemosina, quegli anziani monaci si riunirono nella sala delle assemblee quando sorse tra loro questa conversazione: “Qual è, amici, l’occasione giusta per andare a trovare uno stimato monaco?”
Detto questo, un monaco disse agli anziani: “Amici, dopo il pasto, quando uno stimato monaco è tornato dal suo giro di elemosina, si è lavato i piedi e si è seduto a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, e ha stabilito la consapevolezza davanti a sé: questa è l’occasione giusta per andare a trovarlo.”

Dopo tali parole, un altro monaco gli disse: “Amico, quella non è l’occasione giusta per andare a trovare uno stimato monaco. Dopo il suo pasto, quando uno stimato monaco è tornato dal suo giro di elemosina, si è lavato i piedi ed è seduto a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, avendo stabilito la consapevolezza davanti a sé, è ancora stanco e affamato per la questua. Non è quindi quella l’occasione giusta per andare a trovarlo. Ma la sera, quando uno stimato monaco, è uscito dall’isolamento ed è seduto all’ombra della sua dimora a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, avendo stabilito la consapevolezza davanti a sé: quella è l’occasione giusta per andarlo a trovare.”
Dopo tali parole, un altro monaco gli disse: “Amico, quella non è l’occasione giusta per andare a trovare uno stimato monaco. La sera, quando uno stimato monaco è seduto all’ombra della sua dimora a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, avendo stabilito la consapevolezza davanti a sé, l’oggetto di concentrazione che ha curato durante il giorno è ancora presente in lui. Non è quindi quella l’occasione giusta per andare a trovarlo. Ma quando uno stimato monaco si è alzato, verso l’alba, ed è seduto a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, avendo stabilito la consapevolezza davanti a sé: questa è l’occasione giusta per andare a trovarlo.”

Dopo tali parole, un altro monaco gli disse: “Amico, quella non è l’occasione giusta per andare a trovare uno stimato monaco. Quando uno stimato monaco si è alzato verso l’alba ed è seduto a gambe incrociate, tenendo il corpo dritto, avendo stabilito la consapevolezza davanti a sé, in quell’occasione il suo corpo è pronto; è facile per lui assistere all’insegnamento dei Buddha. Perciò quella non è l’occasione giusta per andare a trovarlo.”

Dopo questi interventi, il Venerabile Mahākaccāna disse a quegli anziani monaci: “Amici, in presenza del Beato ho sentito e imparato questo:
‘Ci sono, monaci, queste sei occasioni appropriate per andare a trovare uno stimato monaco. Quali sei? (1) In questo caso, monaci, quando la mente di un monaco è ossessionata e oppressa dalla brama sensuale… [continua come in AN 6:27] …(2) … ossessionata e oppressa dalla cattiva volontà… (3) . . . ossessionata e oppressa da dal torpore e dalla sonnolenza . . . (4) . . . ossessionato e oppresso dall’inquietudine e dal rimorso . . . (5) . . ossessionato e oppresso dal dubbio…(6) . . quando un monaco non sa e non vede su quale oggetto fare affidamento e prestare attenzione per ottenere l’immediata distruzione degli influssi impuri. . . . Il monaco stimato vi insegna allora il Dhamma per la distruzione degli influssi impuri. Questa è la sesta occasione giusta per andare a trovare uno stimato monaco’. Amici, in presenza del Beato ho sentito e imparato questo: ‘Queste, monaci, sono le sei occasioni appropriate per andare a trovare uno stimato monaco.'”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya