Così ho sentito. Un tempo il Buddha soggiornava presso Savatthi nel boschetto di Jeta, al monastero di Anathapindika. In quel luogo il Buddha si rivolse ai monaci: “Monaci.”
“Venerabile signore.” – i monaci risposero. Il Buddha così disse:
“Monaci, un monaco con sei facoltà è degno di offerte sacre ai deva, degno di ospitalità, degno di una offerta religiosa, degno di venerazione ed è il supremo campo di merito per il mondo. Quali sei?
È un monaco che, quando ha una visione con gli occhi, non è né felice né triste. Rimane equanime, consapevole e mentalmente presente.
Quando sente un suono con le orecchie …
Quando sente un odore con il naso …
Quando prova un sapore con la lingua …
Quando ha un contatto con il corpo …
Quando conosce un pensiero con la mente, non è né felice né triste. Rimane equanime, consapevole e mentalmente presente.
Un monaco con queste sei facoltà è degno di offerte sacre ai deva, degno di ospitalità, degno di una offerta religiosa, degno di venerazione ed è il supremo campo di merito per il mondo.”
Così parlò il Buddha. Soddisfatti, i monaci si rallegrarono delle parole dette dal Buddha.