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AN 5.75: Yodhājīva Sutta – Il guerriero esperto (1)

Questo discorso è indirizzato ai monaci, e tratta della loro battaglia per mantenere il loro celibato e per uscirne vittoriosi nella pratica. Il Buddha paragona il monaco vittorioso a un guerriero vittorioso, un’analogia che probabilmente intendeva fare appello all’orgoglio maschile dei monaci (vedi AN 7.48). In questa analogia, un celibe non è un debole, ma è invece un guerriero di grado superiore. Poiché il primo confronto per un uomo che cerca di mantenere il suo celibato coinvolge la sua attrazione per le donne, le donne giocano il ruolo di nemico in prima linea in questo discorso.
Purtroppo, non abbiamo alcuna testimonianza di come il Buddha consigliasse le sue seguaci monache su come mantenere il loro celibato, quindi non sappiamo se avesse usato l’analogia donna-guerriero quando insegnava loro a resistere all’attrazione per gli uomini, o se l’avesse sostituita con un’altra analogia per fare appello più specificamente al loro orgoglio femminile (di nuovo, vedi AN 7:48). Tuttavia, ci sono discorsi nel Canone Pali che descrivono le monache che mantengono con successo il loro celibato quando vengono avvicinate dagli uomini nella foresta. Un primo esempio è il Therīgāthā 14; ci sono altri esempi di monache che resistono alla tentazione nel Bhikkhunī Saṁyutta (SN 5).
In definitiva, naturalmente, il vero nemico non si trova all’esterno ma all’interno. Questo è dimostrato dal fatto che il monaco in questo discorso deve andare da solo e porre fine all’influsso della passione sensuale nella sua stessa mente prima di poter essere considerato veramente vittorioso.

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“Monaci, ci sono questi cinque tipi di guerrieri che si trovano nel mondo. Quali cinque?
C’è il caso di un guerriero che, alla vista di una nuvola di polvere (sollevata dall’esercito nemico), vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni guerrieri sono così. Questo è il primo tipo di guerriero che si trova nel mondo.

Poi c’è il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, ma quando vede lo stendardo del nemico, vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni guerrieri sono così. Questo è il secondo tipo di guerriero che si trova nel mondo.

Poi c’è il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere e lo stendardo del nemico, ma quando sente il tumulto (delle forze nemiche che si avvicinano), vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni guerrieri sono così. Questo è il terzo tipo di guerriero che si trova nel mondo.

Poi c’è il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico e il tumulto, ma nel combattimento corpo a corpo viene colpito e cade ferito. Alcuni guerrieri sono così. Questo è il quarto tipo di guerriero che si trova nel mondo.

Poi c’è il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico, il tumulto e il combattimento corpo a corpo. Vince la battaglia, è vittorioso in battaglia, si pone a capo della battaglia. Alcuni guerrieri sono così. Questo è il quinto tipo di guerriero che si trova nel mondo. Questi sono i cinque tipi di guerrieri che si trovano nel mondo.

Allo stesso modo, monaci, ci sono questi cinque individui simili a guerrieri che si possono trovare tra i monaci. Quali cinque?

[1] C’è il caso del monaco che, vedendo una nuvola di polvere, vacilla, sviene, si avvilisce, non è in grado di proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Cos’è la nuvola di polvere per lui? C’è il caso del monaco che sente dire: ‘In quel villaggio o in quella città c’è una donna o una ragazza attraente, di bell’aspetto, affascinante, dotata del più bel colorito di loto’. All’udire questo, vacilla, sviene, si avvilisce, non riesce a proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Questa, per lui, è la nuvola di polvere. Questo individuo, vi dico, è come il guerriero che, vedendo una nuvola di polvere, vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni individui sono così. Questo è il primo tipo di individuo simile al guerriero che si trova tra i monaci.

[2] E poi, c’è il caso del monaco che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, ma quando vede lo stendardo del nemico, vacilla, sviene, si avvilisce, non è in grado di proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Cos’è lo stendardo per lui? C’è il caso del monaco che non solo sente dire: ‘In quel villaggio o città c’è una donna o una ragazza attraente, di bell’aspetto, affascinante, dotata del più bel colorito di loto’. Vede lui stesso che in quel villaggio o in quella città c’è una donna o una ragazza attraente, di bell’aspetto, affascinante, dotata della più bella carnagione simile al loto. Nel vederla, vacilla, sviene, si avvilisce, non è in grado di proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Questo, per lui, è lo stendardo del nemico. Questo individuo, vi dico, è come il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, ma quando vede lo stendardo del nemico, vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni individui sono così. Questo è il secondo tipo di individuo simile al guerriero che si trova tra i monaci.

[3] E inoltre, c’è il caso del monaco che riesce ad affrontare la nuvola di polvere e lo stendardo del nemico, ma quando sente il tumulto (delle forze nemiche che si avvicinano), vacilla, sviene, si avvilisce, non è in grado di proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Qual è il tumulto per lui? C’è il caso del monaco che si è recato nel deserto, ai piedi di un albero, o in un luogo isolato. Una donna gli si avvicina e lo deride, lo chiama, e lo prende in giro. Quando viene deriso, chiamato e preso in giro dalla donna, vacilla, sviene, si avvilisce, non è in grado di proseguire nella vita santa. Dichiarando la sua debolezza nella pratica, lascia la pratica e ritorna alla vita ordinaria. Questo, per lui, è il tumulto. Questo individuo, vi dico, è come il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere e lo stendardo del nemico, ma quando sente il tumulto vacilla, sviene, si avvilisce, non si impegna nella battaglia. Alcuni individui sono così. Questo è il terzo tipo di individuo simile al guerriero che si trova tra i monaci.

[4] E inoltre, c’è il caso del monaco che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico e il tumulto, ma nel combattimento corpo a corpo viene colpito e cade ferito. Che cos’è il combattimento corpo a corpo per lui? C’è il caso del monaco che si è recato nel deserto, ai piedi di un albero, o in un luogo isolato. Una donna gli si avvicina e si siede accanto a lui, si sdraia accanto a lui, lo seduce. Quando lei si siede accanto a lui, si sdraia accanto a lui e lo seduce, lui – senza rinunciare alla pratica, senza dichiarare la sua debolezza – inizia con lei un rapporto sessuale. Questo, per lui, è un combattimento corpo a corpo. Questo individuo, vi dico, è come il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico e il tumulto, ma nel combattimento corpo a corpo viene colpito e cade ferito. Alcuni individui sono così. Questo è il quarto tipo di individuo simile al guerriero che si trova tra i monaci.

[5] E poi, c’è il caso del monaco che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico, il tumulto e il combattimento corpo a corpo. Vince la battaglia, è vittorioso in battaglia, egli si pone a capo della battaglia. Cos’è per lui la vittoria nella battaglia? C’è il caso del monaco che si è recato nel deserto, ai piedi di un albero, o in una luogo isolato. Una donna gli si avvicina e si siede accanto a lui, si sdraia accanto a lui, lo seduce. Quando lei si siede accanto a lui, si sdraia accanto a lui e lo seduce, lui riesce a liberarsi, si libera e se ne va dove vuole.
Si reca in un luogo isolato: la natura selvaggia, ai piedi di un albero, una montagna, una valle, una grotta sul fianco di una collina, un cimitero, un boschetto, all’aria aperta, una capanna. Dopo essere andato nel deserto, ai piedi di un albero o in un luogo isolato, si siede, incrocia le gambe, tiene il corpo eretto e medita consapevolmente.
Abbandonando la brama nei confronti del mondo, egli dimora con una consapevolezza priva di brama. Purifica la sua mente dalla brama. Abbandonando la cattiva volontà e la rabbia, egli dimora con una consapevolezza priva di cattiva volontà, sensibile al benessere di tutti gli esseri viventi. Purifica la sua mente dalla cattiva volontà e dalla rabbia. Abbandonando il torpore e la sonnolenza, egli dimora con una consapevolezza priva di torpore e sonnolenza, attento, vigile e consapevole. Purifica la sua mente dal torpore e dalla sonnolenza. Abbandonando l’inquietudine e l’ angoscia, egli dimora sereno, la sua mente interiormente calma. Purifica la sua mente dall’inquietudine e dall’angoscia. Abbandonando il dubbio, egli dimora avendo superato il dubbio, senza perplessità riguardo alle qualità positive. Purifica la sua mente dal dubbio.

Avendo abbandonato questi cinque ostacoli, corruzioni della consapevolezza che indeboliscono la conoscenza, – distaccato dalla sensualità, distaccato dalle nocive qualità mentali – entra e dimora nel primo jhana: estasi e gioia nate dal distacco, accompagnate dall’idea razionale e dal pensiero discorsivo. Con l’acquietarsi dell’idea razionale e del pensiero discorsivo, entra e dimora nel secondo jhana: estasi e gioia nate dalla concentrazione, libero dall’idea razionale e dal pensiero discorsivo. Con lo svanire dell’estasi dimora nell’equanimità, mentalmente presente e chiaramente consapevole, fisicamente sensibile al piacere. Entra e dimora nel terzo jhana del quale i Nobili dichiarano: ‘Felice colui che dimora nell’Equanimità’. Con l’abbandono del piacere e del dolore – con l’anteriore scomparsa di gioia ed angoscia – entra e dimora nel quarto jhana: purezza dell’equanimità e della presenza mentale, al di là del piacere e del dolore.
Egli comprende, come è in realtà, che ‘Questa è la sofferenza … Questa è l’origine di sofferenza … Questa è la cessazione della sofferenza … Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza … Questi sono gli influssi impuri … Questa è l’origine degli influssi impuri … Questa è la cessazione degli influssi impuri … Questo è il sentiero che conduce alla cessazione degli influssi impuri’. Il suo cuore, così consapevole, così veggente, è liberato dagli influssi impuri della sensualità, del divenire, dell’ignoranza. Con la liberazione, c’è la conoscenza, ‘Liberato’. Egli comprende: ‘La nascita è distrutta, la vita santa è compiuta, ciò che doveva essere fatto è stato fatto, non ci saranno future esistenze.’
Questa, per lui, è la vittoria nella battaglia. Questo individuo, vi dico, è come il guerriero che riesce ad affrontare la nuvola di polvere, lo stendardo del nemico, il tumulto e il combattimento corpo a corpo. Vince la battaglia, è vittorioso nella battaglia, si pone a capo della battaglia. Alcuni individui sono così. Questo è il quinto tipo di individuo simile al guerriero che si trova tra i monaci.

Questi sono i cinque individui simili a guerrieri che si trovano tra i monaci.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ṭhānissaro Bhikkhu, Handful of leaves, © 2014-2017. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya