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AN 3.38: Sukhamala Sutta – Raffinatezza

“Monaci, ho vissuto nella raffinatezza, la più grande raffinatezza, la raffinatezza totale. Mio padre aveva fatto costruire degli stagni di loto nel nostro palazzo: uno di essi era di loti rossi, un altro era di loti bianchi, un altro ancora era di loti blu, solo per me. Non utilizzavo che legno di sandalo che provenisse da Varanasi. Il mio turbante veniva da Varanasi, come la mia tunica, i miei vestiti intimi, così come il mio mantello. Si teneva un ombrellone bianco di giorno e per proteggermi dal freddo, dal caldo, dalla polvere, dalla sporcizia e dalla rugiada.

Avevo tre palazzi: uno per la stagione fredda, uno per la stagione calda, uno per la stagione delle piogge. Durante i quattro mesi della stagione delle piogge, dei menestrelli mi distraevano nel palazzo della stagione delle piogge senza che ci fosse un solo uomo tra esse, ed io non scesi mai una sola volta dal palazzo. Mentre i servitori, gli operai ed i membri degli altri focolari mangiavano della zuppa di lenticchie e riso rotto, nella casa di mio padre, i servitori, gli operai ed i membri del mio seguito mangiavano del grano, del riso e della carne.

Sebbene dotato di una simile fortuna, di una raffinatezza tanto totale, il pensiero mi venne: ‘Quando una persona non istruita, una persona ordinaria, soggetta all’invecchiamento, ne vede un’altra che è vecchia, è inorridita, umiliata e disgustata, immemore di questo che è anche soggetta all’invecchiamento. Se io – che sono soggetto all’invecchiamento- dovessi essere inorridito, umiliato e disgustato vedendo un altro che è vecchio, ciò non sarebbe corretto da parte mia.’ Notando ciò, il veleno [tipico] dei giovani per la gioventù cadde interamente.

Sebbene dotato di una simile fortuna, di una raffinatezza tanto totale, il pensiero mi venne: ‘Quando una persona non istruita, una persona ordinaria, soggetta alla malattia, ne vede un’altra che è malata, è inorridita, umiliata e disgustata, immemore di questo che è anche soggetta alla malattia. E se io – che sono soggetto alla malattia – dovessi essere inorridito, umiliato e disgustato vedendo un altro che è malato, ciò non sarebbe corretto da parte mia.’ Notando ciò, il veleno della persona sana per la salute cadde interamente.

Sebbene dotato di una simile fortuna, di una raffinatezza tanto totale, il pensiero mi venne: ‘Quando una persona non istruita, una persona ordinaria, soggetta alla morte, ne vede un’altra che è morta, è inorridita, umiliata e disgustata, immemore di questo che è anche soggetta alla morte. E se io – che sono soggetto alla morte – dovessi essere inorridito, umiliato e disgustato vedendo un altro che è morto, ciò non sarebbe corretto da parte mia.’ Notando ciò, il veleno della persona vivente per la morte cadde interamente.

* * *

“Monaci, ci sono queste tre forme di veleno. Quali tre? Il veleno della gioventù, il veleno della salute, il veleno della vita.

Ubriaca del veleno della gioventù, una persona senza istruzione, ordinaria, conduce una vita con cattiva condotta fisica, cattiva condotta verbale e cattiva condotta mentale. Impegnata nella cattiva condotta fisica, verbale, e mentale, – allo scioglimento del corpo, dopo la morte – riappare nel piano della privazione, in una cattiva destinazione, nei piani inferiori, all’inferno.

Ubriaca del veleno della salute, una persona senza istruzione, ordinaria, conduce una vita con cattiva condotta fisica, cattiva condotta verbale e cattiva condotta mentale. Impegnata nella cattiva condotta fisica, verbale, e mentale, – allo scioglimento del corpo, dopo la morte – riappare nel piano della privazione, in una cattiva destinazione, nei piani inferiori, all’inferno.

Ubriaco del veleno della vita, una persona senza istruzione, ordinaria, conduce una vita con cattiva condotta fisica, cattiva condotta verbale e cattiva condotta mentale. Impegnata nella cattiva condotta fisica, verbale, e mentale, – allo scioglimento del corpo, dopo la morte – riappare nel piano della privazione, in una cattiva destinazione, nei piani inferiori, all’inferno.

Ubriaco del veleno della gioventù, un monaco abbandona la pratica e torna alla vita inferiore. Ubriaco del veleno della salute, un monaco abbandona la pratica e torna alla vita inferiore. Ubriaco del veleno della vita, un monaco abbandona la pratica e torna alla vita inferiore.”

Soggetti alla nascita, soggetti all’invecchiamento,
soggetti alla morte,
le persone ordinarie
sono respinte da coloro che soffrono
per ciò a cui sono soggetti.
E se dovessi essere respinto
per gli esseri soggetti a queste cose,
ciò non sarebbe corretto da parte mia,
vivendo come fanno.

Anche ora questo atteggiamento —
conoscendo il Dhamma
senza acquisizioni —
ho sormontato ogni veleno
per la salute, la gioventù e la vita
come colui che vede
la rinuncia come un riposo.

Per me, l’energia è sorta,
La conclusione fu vista chiaramente.
Non c’è ormai più mezzo
con cui divido i piaceri sensuali.
Avendo seguito la vita santa,
non ritornerò più.

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya