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AN 2.33: Aññataro Brahmano Sutta – Un certo Bramano

Un certo bramano si recò dal Beato. Lì giunto scambiò amichevoli saluti con lui. Dopo questi cortesi saluti si sedette a lato. Appena seduto il bramano disse queste parole al Beato:
“Cosa dichiara il Venerabile Gotama, cosa predica?”

“Io sono colui che dichiara ciò che dovrebbe essere fatto, bramano, e ciò che non dovrebbe essere fatto.”(I due termini cruciali in questo passo sono kiriya e akirya. In genere vengono tradotte con “azione” ed “inazione”).

“Ma in che modo il Venerabile Gotama è colui che dichiara ciò che dovrebbe essere fatto e ciò che non dovrebbe essere fatto?”

“Io mi riferisco con “ciò che non dovrebbe essere fatto”, bramano, all’azione errata fatta col corpo, con la parola e con la mente ed a quella moltitudine di pensieri nocivi ed insani.

Io mi riferisco con “ciò che dovrebbe essere fatto”, bramano, alla retta azione fatta con il corpo, con la parola e con la mente ed a quella moltitudine di pensieri positivi. In questo modo, bramano, io sono colui che predica “ciò che dovrebbe essere fatto” e “ciò che non dovrebbe essere fatto”.

“Meraviglioso, Venerabile Gotama!Straordinario, Venerabile Gotama! Il Venerabile Gotama ha reso chiaro il Dhamma in vari modi, proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, si rivelasse ciò che era nascosto, si mostrasse la via a chi si era smarrito, o si recasse una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, così il Venerabile Gotama — con vari metodi — ha rivelato il Dhamma. Io prendo rifugio nel Venerabile Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa il Venerabile Gotama accettarmi come seguace laico che ha preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di K. Nizamis. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.