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AN 10.6: Samādhi Sutta – Concentrazione

Il venerabile Ānanda si avvicinò al Buddha, si inchinò, si sedette a lato e disse:
“È possibile, signore, che un monaco possa ottenere uno stato di concentrazione come questo? Non percepire la terra nella terra, l’acqua nell’acqua, il fuoco nel fuoco o l’aria nell’aria. Non percepire la dimensione dello spazio infinito nella dimensione dello spazio infinito, la dimensione della coscienza infinita nella dimensione della coscienza infinita, la dimensione della vacuità nella dimensione della vacuità, o la dimensione della nè-percezione-né-non-percezione nella dimensione della nè-percezione-né-non-percezione. E non percepire questo mondo in questo mondo, né l’altro mondo nell’altro mondo. Eppure continua a percepire.”
“Potrebbe essere, Ānanda, che un monaco possa ottenere uno stato di concentrazione come questo. Non percepire la terra nella terra, l’acqua nell’acqua, il fuoco nel fuoco o l’aria nell’aria. Non percepire la dimensione dello spazio infinito nella dimensione dello spazio infinito, la dimensione della coscienza infinita nella dimensione della coscienza infinita, la dimensione della vacuità nella dimensione della vacuità, o la dimensione della nè-percezione-né-non-percezione nella dimensione della nè-percezione-né-non-percezione. E non percepire questo mondo in questo mondo, né l’altro mondo nell’altro mondo. Eppure continua a percepire.”
“Ma come può essere, signore?”
“Ānanda, è quando un monaco percepisce: ‘Questo è pacifico; questo è sublime – cioè la quiete di tutte le attività, l’abbandono di ogni attaccamento, la fine della brama, il dissolversi, la cessazione, l’estinzione’.
Ecco come un monaco può ottenere uno stato di concentrazione come questo. Non percepire la terra nella terra, l’acqua nell’acqua, il fuoco nel fuoco o l’aria nell’aria. Non percepire la dimensione dello spazio infinito nella dimensione dello spazio infinito, la dimensione della coscienza infinita nella dimensione della coscienza infinita, la dimensione della vacuità nella dimensione della vacuità, o la dimensione della nè-percezione-né-non-percezione nella dimensione della nè-percezione-né-non-percezione. E non percepire questo mondo in questo mondo, né l’altro mondo nell’altro mondo. Eppure continua a percepire.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya