Il venerabile Ānanda si avvicinò al venerabile Sāriputta e, dopo aver scambiato dei cortesi saluti, sedette a lato e disse al Venerabile Sāriputta: “Amico Sāriputta, potrebbe un monaco ottenere un tale stato di concentrazione che (1) non sarebbe percipiente della terra in relazione alla terra; (2) dell’acqua in relazione all’acqua; (3) del fuoco in relazione al fuoco; (4) dell’aria in relazione all’aria; (5) della base dello spazio infinito in relazione alla base dello spazio infinito; (6) della base della coscienza infinita in relazione alla base della coscienza infinita; (7) della base della vacuità in relazione alla base della vacuità; (8) della base della né-percezione-né-non-percezione in relazione alla base della né-percezione-né-non-percezione; (9) di questo mondo in relazione a questo mondo; (10) dell’altro mondo in relazione all’altro mondo, ma sarebbe ancora percipiente?”
“Potrebbe, amico Ānanda.”
“Ma come, amico Sāriputta, ha potuto ottenere un tale stato di concentrazione?”
“Un tempo, amico Ānanda, soggiornavo proprio qui a Sāvatthī, nel boschetto dei Ciechi. Lì ho raggiunto un tale stato di concentrazione da non essere percipiente della terra in relazione alla terra; dell’acqua in relazione all’acqua; del fuoco in relazione al fuoco; dell’aria in relazione all’aria; della base dello spazio infinito in relazione alla base dello spazio infinito; della base della coscienza infinita in relazione alla base della coscienza infinita; della base della vacuità in relazione alla base della vacuità; della base della né-percezione-né-non-percezione in relazione alla base della né-percezione-né-non-percezione; di questo mondo in relazione a questo mondo; dell’altro mondo in relazione all’altro mondo, ma ero ancora percipiente.”
“Ma di cosa era percipiente il Venerabile Sāriputta in quel tempo?”
“Una percezione sorse e un’altra cessò in me: ‘La cessazione dell’esistenza è il nibbāna; la cessazione dell’esistenza è il nibbāna.’ Così come, quando un fuoco di ramoscelli brucia, una fiamma sorge e un’altra cessa, così una percezione sorse e un’altra percezione cessò in me: ‘La cessazione dell’esistenza è il nibbāna; la cessazione dell’esistenza è il nibbāna”. In quel tempo, amico, ero percipiente: ‘La cessazione dell’esistenza è il nibbāna.’”
-
‹ Home
-
- Aggiornamenti
- Il Buddhismo
- Il Canone pāli
- Abbreviazioni
- Vinayapitaka
- Suttapitaka
- Digha Nikaya – Raccolta dei discorsi lunghi
- Majjhima Nikaya – Raccolta dei discorsi medi (o di media lunghezza)
- Samyutta Nikaya – Raccolta dei discorsi riuniti
- Anguttara Nikaya – Raccolta dei discorsi in progressione
- Khuddaka Nikaya – Raccolta dei testi brevi
- Apadana – Gesta
- Buddhavamsa – Stirpe del Buddha
- Cariyapitaka – Cesta della condotta
- Dhammapada – Versi della Legge
- Itivuttaka – Così è stato detto
- Jataka – Le nascite
- Milindapañha – Le domande del re Milinda
- Niddesa – Indice
- Patisambhidavamsa – Sentiero della completa discriminazione
- Petavatthu – Storie di spiriti famelici
- Suttanipata – La raccolta dei discorsi
- Theragatha – Canti dei monaci
- Therigatha – Canti delle monache
- Udana – Versi ispirati
- Vimanavatthu – Palazzi divini
- Abhidhammapitaka
-
Tags
abhidhamma aggregati anguttara asceti azioni brahmano brama bramani buddhismo capofamiglia catene condotta conoscenza deva dhamma donne facoltà fattori individui jataka jhana kamma laici meditazione mente Milinda monache monaci monaco nibbana nobili verità origine dipendente ottuplice sentiero patthana poteri pratica presenza mentale rinascita samyutta sariputta sensi sotapanna spiriti tathagata vibhanga