“Bhante, quante qualità dovrebbe possedere un monaco per essere nominato giudice in una questione disciplinare?”
“Un monaco che possiede dieci qualità, Upāli, può essere nominato giudice in una questione disciplinare. Quali dieci? (1) Un monaco è virtuoso; dimora controllato dal Pātimokkha, è dotato di buona condotta e di buon senso, e vede il pericolo nelle piccole colpe. Avendo intrapreso le regole di pratica, si esercita in esse. (2) Ha imparato molto, ricorda ciò che ha imparato e accumula ciò che ha imparato. Il Dhamma che è buono all’inizio, buono nel mezzo e buono alla fine, con il retto significato e la retta formulazione, che proclama la vita santa perfettamente completa e pura, è tale Dhamma lo ha imparato molto, lo ha memorizzato, lo ha recitato verbalmente, lo ha studiato e lo ha ben penetrato con retta visione. (3) Entrambi i Pātimokha gli sono stati ben trasmessi in dettaglio, ben analizzati, ben padroneggiati, ben determinati in termini di regole e di spiegazioni dettagliate. (4) È saldo nella disciplina, inamovibile. (5) È in grado di convincere coloro che sono da entrambe le parti, di descrivere loro le questioni, di persuaderli, di dimostrargliele e di placarli. (6) È abile ad affrontare e risolvere le questioni disciplinari. (7) Sa cos’è una questione disciplinare. (8) Conosce l’origine di una questione disciplinare. (9) Conosce la cessazione di una questione disciplinare. (10) Conosce il sentiero che conduce alla cessazione di una questione disciplinare. Un monaco che possiede queste dieci qualità può essere nominato giudice in una questione disciplinare.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya