Così ho sentito. In una certa occasione il Beato soggiornava presso Savatthi, nel Boschetto di Jeta, al monastero di Anathapindika. A quel tempo la giovane moglie di un asceta errante era incinta e prossima a partorire. Allora ella disse all’asceta errante: “Va a prendere dell’olio per il parto.”
Appena questo fu detto, l’asceta errante le rispose: ” Ma dove posso prendere dell’olio?”
Per la seconda volta, ella gli disse: “Va a prendere dell’olio per il parto.”
Per la seconda volta, egli le rispose: ” Ma dove posso prendere dell’olio?”
Per la terza volta, ella gli disse: “Va a prendere dell’olio per il parto.”
Ora a quel tempo nel magazzino del re Pasenadi di Kosala preti e asceti stavano avendo dell’olio e del ghee in base ai loro bisogni, senza portali via. L’asceta errante pensò: ” Nel magazzino del re Pasenadi di Kosala preti e asceti stanno avendo dell’olio e del ghee in base ai loro bisogni, senza portali via. E se andassi lì, bevessi dell’olio a sufficienza e, una volta tornato a casa, vomitassi per farlo usare a mia moglie per il parto?”
Così, si recò al magazzino del re Pasenadi di Kosala, bevve l’olio a sufficienza, ma tornato a casa, fu incapace di vomitare o di defecare. Così soffrì di dolori acuti, laceranti, lancinanti, e agonizzanti.
Quindi di mattina presto il Beato, dopo essersi vestito e preso scodella e mantello, andò a Savatthi per elemosine. Vide l’asceta errante che si contorceva per i dolori acuti, laceranti, lancinanti, e agonizzanti.
Allora, per quell’occasione il Beato pronunciò i seguenti versi:
La felicità appartiene a colui che non possiede nulla.
Coloro che sono saggi
sono persone che non hanno nulla.
Guarda come soffrono, coloro che possiedono qualcosa,
persone vincolate
ad altre persone.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Udana