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Theragatha: Cap. 6 — Canti di sei strofe

Theragatha 6.2: Tekicchakani {vv. 381-386}

Il grano: raccolto.
Il riso: pronto per essere battuto.
Ma non ho ricevuto nessuna elemosina.
Come andrò avanti?

Fiducioso, medita
sull’incommensurabile Buddha.
Con il corpo inebriato d’estasi,
raggiungerai la cima
di una costante gioia.
Fiducioso, medita
sull’incommensurabile Dhamma.
Con il corpo inebriato d’estasi,
raggiungerai la cima
di una costante gioia.
Fiducioso, medita
sull’incommensurabile Sangha.
Con il corpo inebriato d’estasi,
raggiungerai la cima
di una costante gioia.

Vivi all’aria aperta.
Fredde sono queste notti invernali.
Non soffrire, vinci il freddo.
Vai alla tua capanna, e chiudi la porta.

Contemplerò i quattro
incommensurabili.
Con loro, dimorerò
tranquillo.
Non soffrirò il freddo,
dimorando
sereno.

Theragatha 6.6: Sappadasa {vv. 405-410}

Venticinque anni dopo aver intrapreso l’ascetismo,
nessuna pace di consapevolezza
– né un minimo miglioramento –
ho raggiunto.
Non avendo ottenuto nessuna unicità della mente,
sono stato rovinato dalla lussuria.
Gemendo, con le braccia conserte,
sono corso disperato fuori dalla mia dimora –
“O … o prenderò un coltello?
Che ne farò della mia vita?
Se dovessi rinunciare alla pratica,
quale morte avrei? ”

Quindi, dopo aver preso una lama,
mi sono seduto sul letto.
E questa lama
era pronta a tagliare la mia vena,
quando la retta attenzione è sorta in me,
i pericoli sono apparsi,
il disincanto
ancorato:

Così la mia mente è stata liberata.
Contempla la verità del retto Dhamma!
La triplice conoscenza
è stata raggiunta;
l’insegnamento del Risvegliato,
compiuto.

Theragatha 6.9: Jenta, il figlio del Cappellano Reale {vv. 423-428}

Sono stato
intossicato dal veleno
della mia nascita, della ricchezza e del possesso.
Intossicato dal veleno
del mio corpo fisico, dei colori e delle forme,
ho vagato per il mondo,
senza rispetto per nessuno,
simile o migliore di me,
stupido, arrogante, altezzoso,
il mio orgoglio sempre alto.
Io – irriverente, arrogante, egoista –
senza alcun rispetto per nessuno,
persino alla madre,
al padre,
o a coloro che comunemente
sono rispettati.

Poi – vedendo la suprema guida,
l’eccelso maestro,
come uno splendido sole,
circondato dal suo Sangha –
che ha distrutto orgoglio e veleni
tramite una consapevolezza chiara e serena,
mi sono sottomesso
a lui, supremo
tra tutti gli esseri viventi.

Theragatha 6.10: Sumana Il novizio {vv. 429-434}

All’età di sette anni
intrapresi il sentiero di pratica,
dopo aver conquistato con il mio potere
il maestoso serpente,
mi sono recato a prendere dell’acqua per il mio precettore
dal grande lago, Anotatta, [un favoloso lago situato nel Himalaya, famoso per la purezza delle sue acque. Sumana dovette utilizzare i suoi poteri psichici per prendere l’acqua.]
quando il Maestro mi vide e disse:

“Guarda, Sariputta, nei pressi
quel ragazzo
che sta portando dell’acqua,
interiormente ben concentrato,
le sue pratiche – infuse;
la sua condotta – ammirevole.
E’ il novizio di Anuruddha ,
completo nei suoi poteri,
reso perfetto da un perfetto,
virtuoso da un virtuoso,
addestrato da Anuruddha,
istruito da colui il cui compito
è stato portato a termine.

Egli, dopo aver raggiunto la suprema pace
e realizzato l’incrollabile,
Sumana il novizio
desidera questo:
‘Non fatemi conoscere da alcuno'”.

Theragatha 6.12: Brahmadatta {vv. 441-446}

Esiste la rabbia
in colui privo di rabbia,
istruito, sereno, empatico,
liberato tramite la retta conoscenza,
Equanime?

Si peggiorano le cose
quando ci si infervora
con qualcuno già irritato.
Colui che non si arrabbia
con qualcuno già arrabbiato
vince una battaglia
difficile da vincere.

Si vive per il bene di tutti
– il nostro e quello degli altri —
quando, conoscendo la collera dell’altro,
si sviluppa la calma con presenza mentale.

Quando si lavora per il beneficio di tutti
– il proprio e quello degli altri —
coloro che pensano che si è stolti
non conoscono nulla del Dhamma.

Se sorge la rabbia,
meditate sul discorso del paragone della sega.
Se sorge il desiderio del nutrimento,
ricordate il discorso sulla carne del figlio.

Se la tua mente si inebria
dei piaceri sensuali
e sugli stati del divenire,
frenala rapidamente con presenza mentale
come se fossi un cattivo bue
divoratore di cereali.

Theragatha 6.13: Sirimanda {vv. 447-452}

La pioggia infradicia ciò che è coperto
non ciò che è esposto.
Quindi apri ciò che è coperto,
in modo che non venga infradiciato dalla pioggia.

Attaccato dalla morte
è il mondo,
e circondato dalla vecchiaia,
trafitto dalla freccia del desiderio,
perennemente oscurato dal desiderio.

Attaccato dalla morte
è il mondo,
e circondato dalla vecchiaia,
perennemente colpito, senza alcun rifugio,
come un ladro
condannato a morte.

Gli esseri sono consumati come una fiamma
da questi tre:
morte, vecchiaia e malattia.
Non esiste forza che possa confrontarsi con loro,
né velocità per poter scappare.

Non rendere inutile la vita.
I giorni passano,
e rendono ancora più breve
la vita.
Il tuo ultimo giorno si avvicina.
Non è tempo
di essere disattenti.