“Come vede,
come si comporta,
colui che è detto
Equanime?
Gotama, parlami
–te lo chiedo–
di questa suprema persona.”
Il Buddha:
“Libero dalla sete
prima della dissoluzione
[del corpo],
indipendente
da un inizio
e da una fine,
non classificato tra i comuni,
nulla desidera.
Senza collera,
senza paura,
senza vanto,
senza ansia,
consiglia senza turbarsi,
è un saggio,
la cui parola
è sotto controllo.
Libero da attaccamento
rispetto all’avvenire,
senza lamentarsi
del passato,
distaccato
dai contatti sensoriali. [vede il contatto privo di identità propria.]
Non si fa guidare
dalle varie dottrine.
Attaccato, non è
ingannatore, non è
meschino, non è
avaro, non è
insolente, non è
offensivo non è
maldicente, non è.
Non intossicato da cose attraenti,
privo di orgoglio,
è gentile, perspicace,
al di là della fede e del desiderio. [senza fede non si può superare il desiderio]
Senza sperare in un guadagno materiale
intraprende la pratica;
quando non ottiene tale guadagno
non si rattrista.
Non incatenato dalla sete inestinguibile,
non desidera
nessun sapore.
Equanime – sempre – presente mentalmente,
non si ritiene
uguale,
superiore,
inferiore,
nel mondo.
Nessun orgoglio
è suo.
Nessuna dipendenza
esiste
per colui che, conoscendo il Dhamma,
è libero;
in colui dove nessuna sete è manifesta
sia per il divenire sia per il non-divenire:
è detto
essere in pace,
separato
dai piaceri sensuali,
nulla
lo vincola:
egli ha superato ogni attaccamento.
Non ha figli
né bestiame,
né campi,
né terreni.
In lui non puoi trovare
attaccamento
o rifiuto,
ciò che è un sè
o l’opposto di un sè.
Non anela
ad essere come le persone ordinarie
o come i bramani ed asceti
che potrebbero biasimarlo–
pertanto
non è turbato
dalle loro parole.
La sua avidità distrutta,
generoso,
il saggio
non parla di se stesso
come superiore,
eguale,
o inferiore.
Egli,
libero da congiura,
non si sottopone
alla congiura,
e al ciclo del tempo.
Per colui che
niente al mondo
è suo,
che non si lamenta
di ciò che non è,
che non si addentra
in dottrine
o fenomeni:
è detto
essere
in pace.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Suttanipata