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SN 7.2: Akkosa Sutta – Insulto

Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava presso Rajagaha nel Boschetto di Bambù, nel Santuario degli Scoiattoli. Quindi il bramano Akkosaka Bharadvaja seppe che un bramano del clan dei Bharadvaja aveva lasciato la vita domestica per l’ascetismo prendendo rifugio nel Benedetto. Irritato e scontento, andò dal Benedetto e, appena giunto, lo insultò con parole aspre e insolenti.
Quando finì di parlare, il Benedetto gli disse: “Cosa pensi, bramano: amici e colleghi, genitori e parenti ti fanno visita in qualità di ospiti? “
“Sì, Maestro Gotama, qualche volta gli amici e i colleghi, genitori e parenti mi fanno visita in qualità di ospiti.”
“E cosa pensi: li servi con cibo buono e delizioso? “
“Sì, qualche volta, li servo con cibo buono e delizioso.”
“E se loro non lo accettano, quel cibo a chi appartiene? “
“Se loro non lo accettano, Maestro Gotama, quel cibo è mio.”
“Allo stesso modo, bramano, siccome mi hai insultato, io non ti sto insultando; siccome mi hai mortificato, io non ti sto mortificando; siccome mi hai rimproverato, io non ti sto rimproverando: perciò io non li accetto. Sono tutti tuoi, bramano, i tuoi insulti. È tutto tuo.
“Chi ritorna un insulto a colui che lo sta insultando, mortifica colui che lo sta mortificando, rimprovera colui che lo sta rimproverando, si dice che costui divide tutto con quella persona. Ma io non sto dividendo nulla con te, bramano. E’ tutta roba tua. E’ tutto tuo.”
“Il re conosce, insieme con la sua corte, queste parole del Maestro Gotama – ‘Gotama, l’asceta, è un arahant’ – ed inoltre il Maestro Gotama domina la rabbia”.
[Il Buddha:]
Non c’è rabbia
per colui libero dalla rabbia,
calmo
e in pace –
attraverso la perfetta conoscenza,
costui è calmo e sereno.

Peggiori le cose
quando ti infervori
con qualcuno che è adirato.
Chi non si infervora
con qualcuno che è adirato
vince una battaglia
difficile da vincere.

Vivi per il bene di tutti
– il tuo e degli altri –
quando, conoscendo la rabbia dell’altro
fai crescere attentamente la calma.

Quando operi per la cura di tutti
– la tua e quella dell’altro –
coloro che pensano che tu sei uno sciocco
non conoscono niente del Dhamma.
A queste parole, il bramano, Akkosaka Bharadvaja disse al Benedetto: “Magnifico, Maestro Gotama! Straordinario! Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa io ottenere l’abbandono della vita mondana alla presenza del Maestro Gotama, e l’ordinazione come monaco.”
Poi il bramano Akkosaka Bharadvaja ricevette il noviziato alla presenza del Benedetto. E non molto dopo la sua ordinazione – dimorando solo, isolato, con presenza mentale, ardente e risoluto – proseguì e condusse la santa vita. Così conobbe che: “La nascita è finita, la vita santa adempiuta, il compito concluso.” E così il Ven. Bharadvaja divenne un altro degli arahant.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya