1. Un tempo il Beato soggiornava in una grande foresta presso il paese dei Kosala.
2. In quella occasione quattordici bufali appartenenti ad un bramano dei Bharadvaja si erano persi.
3. Allora il Bramano dei Bharadvaja nel ricercare i bufali giunse in quella foresta e vide il Beato che sedeva a gambe incrociate, il corpo eretto e in piena meditazione.
4. Vedendo il Beato si avvicinò e recitò queste stanze:
“Questo asceta non possiede quattordici bufali
e non mostra alcuna brama, perciò egli è felice.
Il campo di sesamo di questo asceta è senza erbacce,
con due o tre fili d’erba, perciò egli è felice.
Questo asceta non ha un deposito vuoto,
dove i topi ballano e fanno festa, perciò egli è felice.
Il mantello di questo asceta non è infestato da insetti
per sette mesi, perciò egli è felice.
Questo asceta non è una vedova con sette figlie,
e con uno o due figli, perciò egli è felice.
Questo asceta non ha pustole
che non lo fanno dormire, perciò egli è felice.
Questo asceta non è inseguito da creditori,
che pretendono denaro, perciò egli è felice.”
5. “Bramano, io non possiedo quattordici bufali,
e non mostro alcuna brama, perciò sono felice.
Bramano, il mio campo di sesamo è senza erbacce,
con due o tre fili d’erba, perciò sono felice.
Bramano, non ho un deposito vuoto,
dove i topi ballano e fanno festa, perciò sono felice.
Il mio mantello non è infestato da insetti
per sette mesi, perciò sono felice.
Bramano, non sono una vedova con sette figlie,
e con uno o due figli, perciò sono felice.
Bramano, non ho pustole
che non mi fanno dormire, perciò sono felice.
Bramano, non sono inseguito da creditori,
che pretendono denaro, perciò sono felice.”
6. Allora il Bramano dei Bharadvaja disse al Beato: “Venerabile Gotama, adesso ho capito. Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa io ottenere l’abbandono della vita mondana alla presenza del Maestro Gotama, e l’ordinazione come monaco.”
Il Bramano dei Bharadvaja abbandonò la vita mondana alla presenza del Beato, ed ottenne l’ordinazione come monaco.
Non molto tempo dopo la sua ordinazione — dimorando solitario, appartato, vigile, attento e risoluto — raggiunse la suprema meta della santa vita, ciò per cui i giovani di buona famiglia abbandonano la vita mondana per intraprendere la via della vita ascetica. Ottenne la perfetta conoscenza: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.”
7. Il Venerabile Bharadvaja divenne uno degli arahant.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya