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SN 6.13: Andhakavinda Sutta – La solitaria foresta

[estratto]

Una volta il Buddha soggiornava nel Magadha, presso [un luogo chiamato] Andhakavinda. In quella occasione il Buddha era seduto all’aria aperta, nell’oscurità della notte, ed iniziava a piovigginare, goccia a goccia. Allora, trascorsa la notte, Brahma Sahapatti, illuminando Andhakavinda con il suo splendore, si avvicinò al Buddha e rimase ad un lato. Poi declamò questi versi:

Sia la solitaria foresta la vostra dimora!
Liberi da ogni paura.
In luoghi dove i serpenti sopportano
pioggia ed intemperie,
nell’accecante oscurità della notte profonda,
là dimora – il monaco che ha vinto ogni timore.

Sia la solitaria foresta la vostra dimora!
Liberi da ogni vincolo.
Ma se, in fondo, non trovate la vostra felicità, allora
in gruppo dimorate – con piena presenza mentale:
elemosinando di casa in casa,
sempre consapevoli, saggi e puri.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Andrew Olendzki. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya