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SN 56.43: Mahāpariḷāha Sutta – La grande fiamma

“Monaci, esistono degli inferi chiamati la Grande Fiamma. Lì, qualsiasi forma si veda con gli occhi è indesiderabile, mai desiderabile; sgradevole, mai bella; sgradevole, mai piacevole. Qualunque suono si senta con l’orecchio… Qualunque odore si senta con il naso… Qualunque sapore si assapori con la lingua… Qualunque oggetto tattile si senta con il corpo… Qualunque fenomeno mentale si conosca con la mente è indesiderabile, mai desiderabile; non piacevole, mai bello; sgradevole, mai gradevole.”
Detto questo, un monaco disse al Beato: “Quella fiamma, venerabile signore, è davvero terribile; quella fiamma è davvero molto terribile. Ma c’è, venerabile signore, qualche altra fiamma più terribile e spaventosa di quella?”
“C’è, monaco.”
“Ma qual è, venerabile signore, quella fiamma più terribile e spaventosa di quella?”
“Quegli asceti o brahmani, monaco, che non comprendono le realtà: ‘Questa è la sofferenza’… ‘Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza’ – si deliziano in formazioni mentali che conducono alla nascita, in formazioni mentali che conducono all’invecchiamento, in formazioni mentali che conducono alla morte, in formazioni mentali che conducono al dolore, al lamento, alla sofferenza, al dispiacere e alla disperazione. Deliziandosi di tali formazioni mentali, generano formazioni mentali che conducono alla nascita, generano formazioni mentali che conducono all’invecchiamento, generano formazioni mentali che conducono alla morte, generano formazioni mentali che conducono al dolore, al lamento, alla sofferenza, al dispiacere e alla disperazione.
Avendo generato tali formazioni mentali, sono bruciati dalla fiamma della nascita, dalla fiamma dell’invecchiamento, dalla fiamma della morte, dalla fiamma del dolore, del lamento, della sofferenza, del dispiacere e della disperazione. Non sono liberi dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; non sono liberi dalla tristezza, dal lamento, dal dolore, dal dispiacere e dalla disperazione; non sono liberi dalla sofferenza, io dico.
Ma, monaco, quegli asceti e quei brahmani che comprendono le realtà: ‘Questa è la sofferenza’… ‘Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza’, non si deliziano delle formazioni mentali che conducono alla nascita, né delle formazioni mentali che conducono all’invecchiamento, né delle formazioni mentali che conducono alla morte, né delle formazioni mentali che conducono alla tristezza, al lamento, al dolore, al dispiacere e alla disperazione. Non deliziandosi di tali formazioni mentali, non generano formazioni mentali che conducono alla nascita, né formazioni mentali che conducono all’invecchiamento, né formazioni mentali che conducono alla morte, né formazioni mentali che conducono a dispiacere, lamento, dolore, dispiacere e disperazione.
Non avendo generato tali formazioni mentali, non sono bruciati dalla fiamma della nascita, né dalla fiamma dell’invecchiamento, né dalla fiamma della morte, né dalla fiamma del dolore, del lamento, della sofferenza, del dispiacere e della disperazione. Sono liberi dalla nascita, dall’invecchiamento e dalla morte; liberi dal dolore, dal lamento, dal dispiacere e dalla disperazione; liberi dalla sofferenza, io dico. Perciò, monaci, bisogna sforzarsi di comprendere: ‘Questa è la sofferenza’… Bisogna sforzarsi di comprendere: ‘Questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza.'”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya