Un tempo il Buddha soggiornava presso Sāvatthī nel boschetto di Jeta, al monastero di Anāthapiṇḍika. In quel periodo un monaco, dopo aver trascorso la stagione delle piogge a Sāvatthī, giunse a Kapilavatthu per alcuni affari. I Sakya di Kapilavatthu ne vennero a conoscenza.
Si recarono da quel monaco, si inchinarono, si sedettero a lato e gli dissero:
“Signore, speriamo che il Buddha sia in buona salute.”
“Lo è, signori.”
“E speriamo che Sāriputta e Moggallāna stiano in buona salute.”
“Lo sono.”
“E speriamo che il Saṅgha sia in buona salute.”
“Lo è.”
“Ma, venerabile, durante questa stagione delle piogge ha ascoltato e imparato qualcosa alla presenza del Buddha?”
“Signori, ho sentito e imparato questo in presenza del Buddha: ‘Ci sono meno monaci che realizzano la pura liberazione della mente e la liberazione mediante la saggezza in questa stessa vita, e vivono avendola realizzata con la propria visione profonda grazie alla fine degli influssi impuri. Ci sono più monaci che, avendo posto fine alle cinque catene inferiori, rinascono spontaneamente e si estinguono in quel mondo, senza poter ritornare da quel mondo.
Inoltre, ho sentito e imparato questo in presenza del Buddha: ‘Ci sono meno monaci che, avendo posto fine alle cinque catene inferiori, rinascono spontaneamente e si estinguono in quel mondo, senza poter ritornare da quel mondo. Sono più numerosi i monaci che, con la fine delle tre catene e l’indebolimento della brama, dell’odio e dell’ignoranza, sono coloro ‘che ritornano-una-sola-volta’, che rinascono in questo mondo una sola volta e poi pongono fine alla sofferenza.’
Inoltre, ho sentito e imparato questo in presenza del Buddha: ‘Ci sono meno monaci che, con la fine delle tre catene e l’indebolimento della brama, dell’odio e dell’ignoranza, sono coloro ‘che-ritornano-una-sola-volta’, che rinascono in questo mondo una sola volta, per poi porre fine alla sofferenza. Ci sono altri monaci che, con la fine delle tre catene, sono coloro ‘che entrano-nella-corrente’, non soggetti a rinascere in mondi inferiori, ma destinati al risveglio.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya