Un tempo il Beato soggiornava tra i Sakya presso Kapilavatthu, nel Parco dei baniani. Il sakya Nandiya si recò dal Beato e, dopo averlo salutato con rispetto, si sedette a lato. Lì seduto, disse al Beato: “Signore, il discepolo dei nobili, privo dei fattori dell’entrata-nella-corrente, è un discepolo dei nobili che vive senza consapevolezza?”
“Nandiya, la persona priva dei fattori dell’entrata-nella-corrente è una persona ordinaria. Mentre un discepolo dei nobili che dimora senza consapevolezza o con consapevolezza, è differente. Presta attenzione, vado a parlare.”
“Come desideri, signore.” – rispose Nandiya il Sakya al Beato.
Il Beato disse: “E in che modo, Nandiya, un discepolo dei nobili dimora senza consapevolezza? C’è il caso in cui un discepolo dei nobili è dotato di una fede comprovata nel Buddha: ‘Il Beato è un Tathagata, un Perfettamente e Completamente Risvegliato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, maestro di esseri umani e divini, il Risvegliato, il Beato.’ Accontentandosi di questa fede comprovata nel Buddha, non pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora senza consapevolezza, non c’è gioia. Non essendoci gioia, non c’è estasi. Non essendoci estasi, non c’è quiete. Non essendoci quiete, dimora nel dolore. Essendoci dolore, la mente non si concentra. Quando la mente non è concentrata, i fenomeni non si manifestano. Quando i fenomeni non si manifestano, si viene considerati semplicemente come qualcuno che dimora senza consapevolezza.
Inoltre, un discepolo dei nobili è dotato di una fede comprovata nel Dhamma: ‘Il Dhamma è ben spiegato dal Buddha: è evidente nella vita presente, è immediatamente efficace, invita all’analisi, è ammirevole, in modo che le persone sagge possano conoscerlo personalmente.’ Accontentandosi di questa fede comprovata nel Dhamma, non pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora senza consapevolezza, non c’è gioia. Non essendoci gioia, non c’è estasi. Non essendoci estasi, non c’è quiete. Non essendoci quiete, dimora nel dolore. Essendoci dolore, la mente non si concentra. Quando la mente non è concentrata, i fenomeni non si manifestano. Quando i fenomeni non si manifestano, si viene considerati semplicemente come qualcuno che dimora senza consapevolezza.
Inoltre, un discepolo dei nobili è dotato di una fede comprovata nel Saṅgha: ‘Il Saṅgha dei discepoli del Buddha pratica il sentiero che è valido, positivo, pratico, metodico e retto.’ È composto dalle quattro coppie, dagli otto individui. Questo è il Saṅgha dei discepoli del Buddha che è degno di offerte dedicate ai deva, degno di ospitalità, degno di una donazione religiosa, degno di venerazione ed è il supremo campo di merito per il mondo’. Accontentandosi di questa fede comprovata nel Saṅgha, non pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora senza consapevolezza, non c’è gioia. Non essendoci gioia, non c’è estasi. Non essendoci estasi, non c’è quiete. Non essendoci quiete, dimora nel dolore. Essendoci dolore, la mente non si concentra. Quando la mente non è concentrata, i fenomeni non si manifestano. Quando i fenomeni non si manifestano, si viene considerati semplicemente come qualcuno che dimora senza consapevolezza.
Inoltre, un discepolo dei nobili è dotato della condotta morale amata dai nobili, integra, impeccabile, immacolata e pura, liberatoria, lodata dalle persone sagge, non è fallace e conduce alla concentrazione’. Accontentandosi di quella virtù amata dai nobili non pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora senza consapevolezza, non c’è gioia. Non essendoci gioia, non c’è estasi. Non essendoci estasi, non c’è quiete. Non essendoci quiete, dimora nel dolore. Essendoci dolore, la mente non si concentra. Quando la mente non è concentrata, i fenomeni non si manifestano. Quando i fenomeni non si manifestano, si viene considerati semplicemente come colui che dimora senza consapevolezza.
E in che modo, Nandiya, un discepolo dei nobili dimora con consapevolezza? C’è il caso in cui un discepolo dei nobili è dotato di una fede comprovata nel Buddha…. Non contento di questa fede comprovata nel Buddha, si impegna nella pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora con consapevolezza, c’è gioia. Essendoci gioia, c’è estasi. Essendoci estasi, c’è quiete. Essendoci quiete, c’è piacere. Essendoci piacere, la mente si concentra. Quando la mente è concentrata, i fenomeni si manifestano. Quando i fenomeni si manifestano, si viene considerati come colui che dimora con consapevolezza.
Inoltre, un discepolo dei nobili è dotato di una fede comprovata nel Dhamma … nel Saṅgha … della virtù amata dai nobili, integra, impeccabile, immacolata e pura, liberatoria, lodata dalle persone sagge, non fallace e che conduce alla concentrazione’. Non contento di quella virtù amata dai nobili, si impegna nella pratica ulteriormente in solitudine di giorno e di notte. In lui, che dimora con consapevolezza, c’è gioia. Essendoci gioia, c’è estasi. Essendoci estasi, c’è quiete. Essendoci quiete, c’è piacere. Essendoci piacere, la mente si concentra. Quando la mente è concentrata, i fenomeni si manifestano. Quando i fenomeni si manifestano, si viene considerati come colui che dimora con consapevolezza. In questo modo un discepolo dei nobili dimora con consapevolezza.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ṭhānissaro Bhikkhu, Handful of leaves: an Anthology from the Saṁyutta Nikāya © 2014-2021. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya