A Sāvatthī.
“Monaci, ci sono questi quattro jhana. Quali quattro? Un monaco, distaccato dalla sensualità, distaccato dalle nocive qualità mentali, entra e dimora nel primo jhana: estasi e gioia nate dal distacco, accompagnate dall’idea razionale e dal pensiero discorsivo.
Dopo l’acquietarsi dell’idea razionale e del pensiero discorsivo, entra e dimora nel secondo jhana: estasi e gioia nate dalla concentrazione, libero dall’idea razionale e dal pensiero discorsivo.
Con lo svanire dell’estasi dimora nell’equanimità, mentalmente presente e chiaramente consapevole, fisicamente sensibile al piacere. Entra e dimora nel terzo jhana del quale i Nobili dichiarano: ‘Felice colui che dimora nell’Equanimità.’
Con l’abbandono del piacere e del dolore – con l’anteriore scomparsa di gioia ed angoscia – entra e dimora nel quarto jhana: purezza dell’equanimità e della presenza mentale, al di là del piacere e del dolore. Questi sono i quattro jhana.
Il fiume Gange declina, degrada e scorre verso est. Allo stesso modo, un monaco che sviluppa e coltiva i quattro jhana declina, degrada e scorre verso il nibbana.
E in che modo un monaco che sviluppa e coltiva i quattro jhana declina, degrada e scorre verso il nibbana?
È quando un monaco, distaccato dalla sensualità, distaccato dalle nocive qualità mentali, entra e dimora nel primo jhana: estasi e gioia nate dal distacco, accompagnate dall’idea razionale e dal pensiero discorsivo mentre pone la mente e la mantiene unificata. Con l’acquietarsi dell’idea razionale e del pensiero discorsivo, entra e dimora nel secondo jhana… nel terzo jhana… nel quarto jhana.
In questo modo un monaco che sviluppa e coltiva i quattro jhana declina, degrada e scorre verso il nibbana.”
Sei per l’inclinazione verso est,
e sei per l’inclinazione verso l’oceano;
questi due sei fanno dodici,
e in questo modo si recita questo capitolo.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya