A Sāvatthī.
Alcuni monaci si avvicinarono al Buddha… e gli dissero:
“Signore, a volte gli asceti erranti che seguono altri sentieri ci chiedono: ‘Venerabili, qual è lo scopo di condurre la vita spirituale sotto l’asceta Gotama?’ Noi rispondiamo loro in questo modo: ‘Lo scopo di condurre la vita spirituale sotto il Buddha è quello di comprendere completamente la sofferenza.’ Rispondendo in questo modo, confidiamo di ripetere ciò che il Buddha ha detto e di non travisarlo con una falsità. Confidiamo che la nostra spiegazione sia in linea con il Dhamma e che non ci siano motivi legittimi di rimprovero o di critica.”
“In effetti, rispondendo in questo modo ripetete ciò che ho detto, e non mi travisate con una falsità. La vostra spiegazione è in linea con il Dhamma e non ci sono motivi legittimi di rimprovero o di critica. Lo scopo di condurre la vita spirituale sotto di me è quello di comprendere completamente la sofferenza. Se gli asceti erranti che seguono altri sentieri vi chiedessero: ‘Esiste un sentiero e una pratica per comprendere completamente questa sofferenza?’ Dovreste rispondere loro in questo modo: ‘Esiste.’ E qual è questo sentiero? È semplicemente questo nobile ottuplice sentiero, ovvero: retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retto modo di vivere, retto sforzo, retta presenza mentale e retta concentrazione. Questo è il sentiero e la pratica per comprendere completamente la sofferenza. Quando vi interrogheranno gli asceti erranti che seguono altri sentieri, dovrete rispondere in questo modo.”