Sebbene i Jainisti, come i Buddhisti, insegnino una dottrina delle conseguenze morali delle azioni, gli insegnamenti delle due tradizioni differiscono in molti dettagli importanti. Questo discorso evidenzia due dei punti principali in cui l’insegnamento buddhista si distingue: la sua comprensione della complessità del processo kammico e la sua applicazione di tale comprensione alla psicologia dell’insegnamento. Il Buddha mostra che una visione semplicistica e fatalistica del processo kammico è logicamente incoerente, e porta anche a risultati spiacevoli per qualsiasi persona che, con un bagaglio di kamma negativo, ci crede. L’attuale complessità del kamma, tuttavia, permette un modo in cui le azioni cattive passate possono essere superate: attraverso l’astensione dal male ora e in futuro, e attraverso lo sviluppo di stati mentali espansivi di buona volontà, compassione, gioia empatica ed equanimità. In un tale stato mentale espansivo, le inevitabili conseguenze delle azioni malvagie passate non contano quasi nulla. Il Buddha mostra anche come il suo metodo di insegnamento sia migliore di quello dei Jainisti, in quanto può effettivamente aiutare a liberare la mente dai debilitanti sentimenti di colpa e rimorso, e portare al superamento del kamma passato.
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Un tempo il Beato soggiornava presso Nāḷandā nel boschetto di manghi di Pāvārika. Quindi Asibandhakaputta il capovillaggio, un discepolo dei Nigaṇṭha, si recò dal Beato e al suo arrivo, dopo averlo riverito, si sedette a lato. Lì seduto, il Beato gli disse: “Capovillaggio, in che modo Nigaṇṭha Nāṭaputta insegna il Dhamma ai suoi discepoli?”
“Nigaṇṭha Nāṭaputta insegna il Dhamma ai suoi discepoli in questo modo, signore: ‘Tutti coloro che uccidono rinascono in mondi inferiori, negli inferi. Tutti coloro che rubano… Tutti coloro che hanno una cattiva condotta sessuale … Tutti coloro che mentono rinascono in mondi inferiori, negli inferi. In base alla durata di tale condotta, così sarà la sua rinascita negli inferi’. È così che Nigaṇṭha Nāṭaputta insegna il Dhamma ai suoi discepoli.”
“Se è vero che ’In base alla durata di tale condotta, così sarà la sua rinascita negli inferi’, allora nessuno rinasce in un mondo inferiore o negli inferi secondo le parole di Nigaṇṭha Nāṭaputta. Cosa ne pensi, capovillaggio? Se un uomo è uno che uccide, allora prendendo in considerazione il tempo passato ad agire e a non agire, sia di giorno che di notte, quale tempo è maggiore: il tempo che passa a uccidere o il tempo che passa a non uccidere?”
“Se un uomo è uno che uccide, signore, allora prendendo in considerazione il tempo trascorso ad agire e a non agire, sia di giorno che di notte, allora il tempo che passa a uccidere è minore, e il tempo che passa a non uccidere è certamente maggiore. Se è vero che ’In base alla durata di tale condotta, così sarà la sua rinascita negli inferi’, allora nessuno rinasce in un mondo inferiore o negli inferi secondo le parole di Nigaṇṭha Nāṭaputta.”
“Cosa ne pensi, capovillaggio? Se un uomo è uno che ruba… ha una cattiva condotta sessuale… mente, allora prendendo in considerazione il tempo passato ad agire e a non agire, sia di giorno che di notte, quale tempo è maggiore: il tempo che passa a mentire o il tempo che passa a non mentire?”
“Se un uomo è uno che mente, signore, allora prendendo in considerazione il tempo trascorso ad agire e a non agire, sia di giorno che di notte, allora il tempo che passa a mentire è minore, e il tempo che passa a non mentire è certamente maggiore. Se è vero che ’In base alla durata di tale condotta, così sarà la sua rinascita negli inferi’, allora nessuno rinasce in un mondo inferiore o negli inferi secondo le parole di Nigaṇṭha Nāṭaputta.”
“C’è il caso, capovillagio, in cui un maestro sostiene questa dottrina, sostiene questa opinione: ‘Tutti coloro che uccidono rinascono in un mondo inferiore, negli inferi. Tutti coloro che rubano… Tutti coloro che hanno una cattiva condotta sessuale… Tutti coloro che mentono rinascono in un mondo inferiore, negli inferi’. Un discepolo ha fiducia in quel maestro, e pensa: ‘Il nostro maestro sostiene questa dottrina, sostiene questa opinione: ‘Tutti coloro che uccidono rinascono in un mondo inferiore, negli inferi.’ Io ho ucciso esseri viventi. Anch’io rinascerò in un mondo inferiore, negli inferi’. Crede a questa opinione. Se non abbandona quella dottrina, non abbandona quello stato d’animo, non rinuncia a quella visione, allora come se fosse trascinato via, rinascerebbe negli inferi. (Pensa,) ‘Il nostro maestro sostiene questa dottrina, sostiene questa opinione: ‘Tutti coloro che rubano… Tutti coloro che hanno una cattiva condotta sessuale… Tutti coloro che mentono rinascono in un mondo inferiore, negli inferi.’ Io ho mentito. Anch’io rinascerò in un mondo inferiore, negli inferi. Crede a questa opinione. Se non abbandona quella dottrina, non abbandona quello stato d’animo, non rinuncia a quella visione, allora come se fosse trascinato via, rinascerebbe negli inferi.
C’è il caso, capovillaggio, in cui un Tathagâta un Perfettamente e Completamente Risvegliato, con perfetta conoscenza e condotta, il Glorioso, conoscitore del cosmo, maestro insuperabile di coloro che vogliono essere istruiti, maestro di esseri umani e divini, il Risvegliato, il Beato.
Egli, in vari modi, critica e condanna l’uccidere e dice: ‘Astenetevi dall’uccidere’. Critica e condanna il furto e dice: ‘Astenetevi dal rubare’. Critica e condanna una cattiva condotta sessuale e dice: ‘Astenetevi da una cattiva condotta sessuale’. Critica e condanna il mentire e dice: ‘Astenetevi dal mentire’.
Un discepolo ha fiducia in quel maestro e riflette: ‘Il Beato in vari modi critica e condanna l’uccidere e dice: ‘Astenetevi dall’uccidere’. Io ho ucciso esseri viventi, in misura maggiore o minore. Ciò non era giusto. Non era un bene. Ma se mi pento per questo motivo, quella mia azione malvagia non sarà annullata’. Così riflettendo, rinuncia in quel momento ad uccidere, e in futuro si astiene dall’uccidere. Ecco come si abbandona quell’azione malvagia. In questo modo si arriva a trascendere quell’atto malvagio.
(Riflette:) ‘Il Beato in vari modi critica e condanna il furto… la cattiva condotta sessuale… il mentire, e dice: ‘Astenetevi dal mentire’. A volte ho mentito, in misura maggiore o minore. Ciò non era giusto. Non era un bene. Ma se mi pento per questo motivo, quella mia cattiva azione non sarà annullata’. Così riflettendo, rinuncia in quel momento a mentire, e in futuro si astiene dal mentire. Ecco come si abbandona quell’azione malvagia. In questo modo si arriva a trascendere quell’atto malvagio.
Avendo rinunciato ad uccidere, si astiene dall’uccidere. Avendo rinunciato a rubare, si astiene dal rubare. Avendo rinunciato ad avere una cattiva condotta sessuale, si astiene dalla cattiva condotta sessuale. Avendo rinunciato a mentire, si astiene dal mentire. Avendo rinunciato a parole divisive, si astiene da parole divisive. Avendo rinunciato a parole offensive, si astiene dalle parole offensive. Avendo rinunciato alle chiacchiere oziose, si astiene dalle chiacchiere oziose. Avendo rinunciato alla brama, si astiene dall’essere bramoso. Avendo rinunciato alla cattiva volontà e alla rabbia, egli è uno con una mente senza cattiva volontà. Avendo rinunciato alle false visioni, egli è uno che possiede rette visioni.
Quel discepolo dei nobili, capovillaggio – così privo di brama, privo di cattiva volontà, risoluto, vigile e attento – continua a pervadere la prima direzione [l’est] con una consapevolezza impregnata di buona volontà, così come la seconda, così come la terza, così come la quarta. Così sopra, sotto e tutto intorno, ovunque, nella sua interezza, egli continua a pervadere il cosmo con una consapevolezza impregnata di buona volontà – abbondante, estesa, incommensurabile, senza ostilità, senza cattiva volontà. Proprio come un energico suonatore di tromba di conchiglia può raggiungere le quattro direzioni senza alcuna difficoltà, allo stesso modo, quando la consapevolezza della liberazione attraverso la buona volontà è così sviluppata, così perseguita, qualsiasi azione fatta in misura limitata non dimora più nello stesso luogo, non rimane più nello stesso luogo.
Quel discepolo dei nobili – così privo di brama, privo di cattiva volontà, risoluto, vigile, attento – continua a pervadere la prima direzione con una consapevolezza impregnata di compassione… di gioia empatica… di equanimità, così come la seconda, così come la terza, così come la quarta. Così sopra, sotto e tutto intorno, ovunque, nella sua interezza, egli continua a pervadere il cosmo con una consapevolezza impregnata di equanimità – abbondante, estesa, incommensurabile, senza ostilità, senza cattiva volontà. Proprio come un energico suonatore di tromba di conchiglia può raggiungere le quattro direzioni senza alcuna difficoltà, allo stesso modo, quando la consapevolezza della liberazione attraverso l’equanimità è così sviluppata, così perseguita, qualsiasi azione fatta in misura limitata non dimora più nello stesso luogo, non rimane più nello stesso luogo.”
A tali parole, Asibandhakaputta il capovillaggio, il discepolo dei Nigaṇṭha, disse al Beato: “Magnifico, signore! Straordinario! Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, si rivelasse ciò che era nascosto, si mostrasse la via a chi si era smarrito, o si recasse una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa il maestro Gotama accettarmi come seguace laico che ha preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ṭhānissaro Bhikkhu, Handful of leaves: an Anthology from the Saṁyutta Nikāya © 2014-2021.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya