Un tempo alcuni monaci anziani dimoravano presso Macchikāsaṇḍa, nel boschetto del mango selvatico.
Allora il capofamiglia Citta si avvicinò a loro, si inchinò, si sedette a lato e disse loro: “Signori, che i monaci anziani possano accettare la mia offerta per il pasto di domani.”
Essi acconsentirono in silenzio. Consapevole che i monaci anziani avevano acconsentito, Citta si alzò dal suo posto, si inchinò e li circondò rispettosamente, tenendoli alla sua destra, prima di andarsene.
Poi, verso l’alba, i monaci anziani si vestirono e, dopo aver preso ciotola e mantello, si recarono a casa di Citta e si sedettero ai posti preparati. Allora Citta si avvicinò a loro, si inchinò, si sedette a lato e chiese al venerabile più anziano: “Signore, parlano della ‘diversità degli elementi’. In che modo il Buddha ha parlato della diversità degli elementi?”
Detto questo, il venerabile anziano rimase in silenzio.
Una seconda volta …
Una terza volta, Citta gli chiese: “Signore, si parla della ‘diversità degli elementi’. In che modo il Buddha ha parlato della diversità degli elementi?”
E una seconda volta e una terza volta l’anziano venerabile rimase in silenzio.
A quel tempo il venerabile Isidatta era il monaco più giovane di quel Saṅgha. Egli chiese al venerabile più anziano: “Signore, posso rispondere alla domanda di Citta?”
“Rispondi pure, venerabile Isidatta.”
“Citta, è questa la tua domanda: ‘Si parla della “diversità degli elementi”. In che modo il Buddha ha parlato della diversità degli elementi?’”
“Sì, signore.”
“Questa è la diversità degli elementi di cui parla il Buddha.
L’elemento occhio, l’elemento vista, l’elemento coscienza visiva … L’elemento mente, l’elemento pensiero, l’elemento coscienza mentale.
In questo modo il Buddha ha parlato della diversità degli elementi.”
Allora Citta, avendo approvato e concordato con quanto detto da Isidatta, servì e soddisfò i monaci anziani con le proprie mani con una varietà di cibi deliziosi. Dopo mangiato i monaci anziani, lavarono le mani e le ciotole, si alzarono dai loro posti e se ne andarono.
Quindi il venerabile anziano disse al venerabile Isidatta: “Isidatta, è un bene che tu ti sia sentito motivato a rispondere a quella domanda, perché io non l’ho fatto. Quindi, quando si presenterà una domanda simile, anche tu dovresti rispondere se ti senti motivato.”