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SN 35.43–51: Aniccādisuttanavaka – Impermanente, ecc.

A Sāvatthī.
“Monaci, il ‘tutto’ è impermanente. E qual è il ‘tutto’ impermanente? L’occhio, la vista, la coscienza visiva e il contatto visivo sono impermanenti. La sensazione piacevole, dolorosa o neutra che sorge condizionata dal contatto visivo è anch’essa impermanente.
L’orecchio … il naso … la lingua … il corpo … la mente, i pensieri, la coscienza mentale e il contatto mentale sono impermanenti. La sensazione dolorosa, piacevole o neutra che sorge condizionata dal contatto mentale è anch’essa impermanente.
Vedendo questo, un nobile istruito discepolo si disillude …
Comprende: ‘La rinascita è finita, il viaggio spirituale è stato completato, ciò che doveva essere fatto è stato fatto, non ci saranno altre esistenze.'”

Monaci, il ’tutto’ è sofferenza … non-Sé … deve essere direttamente conosciuto … pienamente compreso … abbandonato … realizzato … è angoscia.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya