Un tempo il Beato soggiornava presso i Sakya a Kapilavatthu, nel parco di Nigrodha. In quell’occasione era stata appena costruita una nuova sala delle assemblee per i Sakya di Kapilavatthu e non era ancora stata usata da nessun asceta o brahmano o da nessun essere umano.
Allora i sakya di Kapilavatthu si recarono dal Beato, gli resero omaggio, si sedettero a lato e gli dissero:
“Venerabile signore, una nuova sala delle assemblee è stata appena costruita per i sakya di Kapilavatthu e non è stata ancora usata da nessun asceta o brahmano o da nessun essere umano. Venerabile signore, che il Beato sia il primo ad usarla. Quando il Beato l’avrà usata per primo, allora i Sakya di Kapilavatthu la useranno dopo. Questo porterà a loro benessere e felicità per molto tempo.”
Il Beato acconsentì in silenzio. Poi, quando i sakya capirono che il Beato aveva acconsentito, si alzarono dai loro posti e, dopo aver reso omaggio al Beato, tenendolo alla loro destra, si recarono nella nuova sala delle assemblee. La custodirono accuratamente con stuoie, prepararono i posti a sedere, misero fuori una grande brocca d’acqua e appesero una lampada ad olio. Poi si avvicinarono al Beato e lo informarono di questo, aggiungendo: “Che il Beato venga a suo piacimento.”
Quindi il Beato si vestì e, dopo aver preso ciotola e mantello, si recò insieme al Saṅgha dei monaci nella nuova sala delle assemblee. Dopo aver lavato i piedi, entrò nella sala e si sedette vicino al pilastro centrale rivolto a est. Anche i monaci, dopo aver lavato i piedi, entrarono nella sala e si sedettero vicino alla parete occidentale rivolta a est, con il Beato di fronte a loro. Anche i sakya di Kapilavatthu, dopo aver lavato i piedi, entrarono nella sala e si sedettero vicino alla parete orientale rivolta a ovest, con il Beato di fronte a loro.
Il Beato istruì, esortò, ispirò e rallegrò i Sakya con un discorso sul Dhamma per gran parte della notte, dopodiché li congedò dicendo: “La notte è passata, amici di Gotama. Potete andare a vostro piacimento.”
“Sì, venerabile signore”, risposero. Poi si alzarono dai loro posti e, dopo aver reso omaggio al Beato, tenendolo alla loro destra, se ne andarono.
Poi, non molto tempo dopo che i Sakya di Kapilavatthu se ne furono andati, il Beato si rivolse al Venerabile Mahamoggallana in questo modo: “Il Saṅgha dei monaci è libero da pigrizia e torpore, Moggallana. Fai un discorso di Dhamma ai monaci. Mi fa male la schiena, vado a riposare.”
“Sì, venerabile signore”, rispose il venerabile Mahamoggallana.
Allora il Beato preparò il suo mantello piegandolo in quattro e si sdraiò sul fianco destro nella posizione del leone, con un piede sovrapposto all’altro, attento e chiaramente consapevole, avendo in mente l’idea di alzarsi.
Allora il venerabile Mahamoggallana si rivolse ai monaci in questo modo: “Amici, monaci!”
“Amico!” risposero quei monaci. Il venerabile Mahamoggallana così parlò:
“Vi insegnerò, amici, un’esposizione sul puro e sull’impuro. Ascoltate attentamente, io parlerò.”
“Sì, amico”, risposero quei monaci.
Il venerabile Mahamoggallana disse:
“In che modo, amici, si è impuri? In questo caso, avendo visto una forma con l’occhio, un monaco è preso da una forma piacevole ed è repulsivo verso una forma sgradevole. Egli dimora senza aver stabilito la consapevolezza del corpo, con una mente limitata, e non comprende com’è in realtà la liberazione della mente, la liberazione mediante la saggezza, in cui quegli stati malvagi e non salutari cessano senza residui. Avendo sentito un suono con l’orecchio… Avendo conosciuto un fenomeno mentale con la mente, egli è preso da un fenomeno mentale piacevole ed è repulsivo verso un fenomeno mentale sgradevole. Egli dimora senza aver stabilito la consapevolezza del corpo, con una mente limitata, e non comprende com’è in realtà la liberazione della mente, la liberazione mediante la saggezza, in cui quegli stati malsani cessano senza residui.
Costui è chiamato, amici, un monaco che è impuro tra le forme riconoscibili dall’occhio, impuro tra i suoni riconoscibili dall’orecchio, impuro tra gli odori riconoscibili dal naso, impuro tra i sapori riconoscibili dalla lingua, impuro tra gli oggetti tattili riconoscibili dal corpo, impuro tra i fenomeni mentali riconoscibili dalla mente. Quando un monaco dimora in questo modo, se Mara gli si avvicina attraverso l’occhio, Mara entra in lui, Mara si impossessa di lui. Se Mara gli si avvicina attraverso l’orecchio… attraverso la mente, Mara entra in lui, Mara si impossessa di lui.
Supponiamo, amici, che ci sia una capanna fatta di canne o di erba, secca, arida, vecchia. Se un uomo vi si avvicinasse da est con una torcia d’erba ardente, o da ovest, da nord, da sud, dal basso o dall’alto, o da qualsiasi altra parte, il fuoco riuscirebbe ad accedervi, il fuoco si impossesserebbe di essa. Perciò, amici, quando un monaco dimora in questo modo, se Mara gli si avvicina attraverso l’occhio… attraverso la mente, Mara entra in lui, Mara si impossessa di lui.
Quando un monaco dimora in questo modo, le forme lo dominano; ma egli non domina le forme. I suoni lo dominano, ma egli non domina i suoni. Gli odori lo dominano; ma egli non domina gli odori. I sapori lo dominano; ma egli non domina i sapori. Gli oggetti tattili lo dominano; ma egli non domina gli oggetti tattili. I fenomeni mentali lo dominano; ma egli non domina i fenomeni mentali. Costui è chiamato, amici, un monaco che è dominato dalle forme, dominato dai suoni, dominato dagli odori, dominato dai sapori, dominato dagli oggetti tattili, dominato dai fenomeni mentali, colui che è dominato e che non domina. Gli stati malsani malvagi lo hanno dominato, stati che contaminano, che portano a nuove esistenze, che recano danno, che provocano sofferenza e che conducono alla nascita, all’invecchiamento e alla morte in futuro. In questo modo, amici, si è impuri.
In che modo, amici, si è puri? In questo caso, avendo visto una forma con l’occhio, un monaco non è preso da una forma piacevole e non è repulsivo verso una forma sgradevole. Egli dimora avendo stabilito la consapevolezza del corpo, con una mente illimitata, e comprende com’è in realtà la liberazione della mente, la liberazione mediante la saggezza, in cui quegli stati malvagi e non salutari cessano senza residui. Avendo sentito un suono con l’orecchio… Avendo conosciuto un fenomeno mentale con la mente, egli non è preso da un fenomeno mentale piacevole e non è repulsivo verso un fenomeno mentale spiacevole. Egli dimora avendo stabilito la consapevolezza del corpo, con una mente illimitata, e comprende com’è in realtà la liberazione della mente, la liberazione mediante la saggezza, in cui quegli stati malsani cessano senza residui.
Costui è chiamato, amici, un monaco che è puro tra le forme riconoscibili dall’occhio, puro tra i suoni riconoscibili dall’orecchio, puro tra gli odori riconoscibili dal naso, puro tra i sapori riconoscibili dalla lingua, puro tra gli oggetti tattili riconoscibili dal corpo, puro tra i fenomeni mentali riconoscibili dalla mente. Quando un monaco dimora in questo modo, se Mara gli si avvicina attraverso l’occhio, Mara non riesce a entrare in lui, Mara non riesce ad impossessarsi di lui. Se Mara gli si avvicina attraverso l’orecchio … attraverso la mente, Mara non riesce a entrare in lui, Mara non riesce ad impossessarsi di lui.
Supponiamo, amici, che ci sia un padiglione a pinnacolo o una sala costruita con argilla densa e intonacata di fresco. Se un uomo vi si avvicinasse da est con una torcia d’erba ardente, o da ovest, da nord, da sud, dal basso o dall’alto, o da qualsiasi altra parte non riuscirebbe ad accedervi, il fuoco non riuscirebbe ad impossessarsene. Lo stesso, amici, quando un monaco dimora in questo modo, se Mara gli si avvicina attraverso l’occhio… attraverso la mente, Mara non riesce a entrare in lui, Mara non riesce ad impossessarsi di lui.
Quando un monaco dimora in questo modo, egli domina le forme; le forme non lo dominano. Domina i suoni; i suoni non lo dominano. Domina gli odori; gli odori non lo dominano. Domina i gusti; i gusti non lo dominano. Domina gli oggetti tattili; gli oggetti tattili non lo dominano. Domina i fenomeni mentali; i fenomeni mentali non lo dominano. Costui è chiamato, amici, un monaco che domina le forme, che domina i suoni, che domina gli odori, che domina i sapori, che domina gli oggetti tattili, che domina i fenomeni mentali, colui che domina e che non è dominato. Egli ha dominato quegli stati malsani malvagi che contaminano, che portano a nuove esistenze, che recano danno, che provocano sofferenza e che conducono alla nascita, all’invecchiamento e alla morte in futuro. In questo modo, amici, si è puri.”
Allora il Beato si alzò e si rivolse così al venerabile Mahamoggallana: “Bene, bene, Moggallana! Hai esposto bene ai monaci sul puro e sull’impuro.”
Quindi il Maestro approvò le parole di Mahamoggallana. Felici, quei monaci si rallegrarono del discorso del Venerabile Mahamoggallana.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya