A Sāvatthī.
“Monaci, prima del mio risveglio – quando ero ancora un non risvegliato ma prossimo al perfetto risveglio – pensavo: ‘Qual è la gratificazione, lo svantaggio e la fuga per quanto riguarda la vista … l’udito … l’olfatto … il gusto … il tatto … e la mente?
Poi pensai: ‘Il piacere e la felicità che nascono dalla vista: questa è la gratificazione. Che la vista sia impermanente, sofferenza e deperibile: questo è lo svantaggio. Rimuovere e rinunciare al desiderio e alla brama per la vista: questa è la fuga.
Il piacere e la felicità che nascono dall’udito … dall’olfatto … dal gusto … dal tatto … dalla mente: questa è la sua gratificazione. Che la mente sia impermanente, sofferenza e deperibile: questo è lo svantaggio. Rimuovere e rinunciare al desiderio e alla brama per la mente: questa è la fuga.”
Finché non ho compreso realmente la gratificazione, lo svantaggio e la fuga da questi sei campi di senso interni per ciò che sono, non ho annunciato il mio perfetto risveglio in questo mondo con i suoi deva, Māra e Brahmā, questa gente con i suoi asceti e brahmani, i suoi deva ed esseri umani.
Ma quando compresi realmente la gratificazione, lo svantaggio e la fuga da questi sei campi interiori di senso per ciò che sono, annunciai il mio perfetto risveglio in questo mondo con i suoi deva, Māra e Brahmā, questa gente con i suoi asceti e brahmani, i suoi deva ed esseri umani.
La conoscenza e la visione sono sorte in me: ‘La mia liberazione è incrollabile; questa è la mia ultima rinascita; ora non ci saranno altre esistenze future.'”