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SN 22.55: Udāna Sutta – Una retta affermazione

A Sāvatthī.

Lì il Buddha esclamò: “’Se non è, non è mio. Se non lo sarà, non sarà mio.’ Un monaco che contempla in questo modo può recidere le cinque catene inferiori.”

Dette queste parole, uno dei monaci chiese al Buddha: “Ma, signore, come può un monaco recidere le cinque catene inferiori?”

“Monaco, una persona ordinaria non istruita che non ha frequentato i Nobili e non pratica il Dhamma dei Nobili, né ha frequentato persone rette o esperte e istruite nel Dhamma considera la forma come il sé, il sé avente una forma, la forma nel sé o il sé nella forma. Considera la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza come il sé, il sé avente una coscienza, la coscienza nel sé o il sé nella coscienza.

Non comprende chiaramente la forma – che è impermanente – come impermanente. Non comprende chiaramente  la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è impermanente – come impermanente.

Non comprende chiaramente la forma – che è sofferenza – come sofferenza. Non comprende chiaramente la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è sofferenza – come sofferenza.

Non comprende chiaramente la forma – che è non-sé – come non-sé. Non comprende la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è non-sé – come non-sé.

Non comprende chiaramente la forma – che è condizionata – come condizionata. Non comprende la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è condizionata – come condizionata.
 
Non comprende chiaramente che la forma si dissolverà. Non comprende che la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza si dissolverà.
 
Invece un nobile ed istruito discepolo che ha frequentato i Nobili e pratica il Dhamma dei Nobili o ha frequentato persone rette o esperte e istruite nel Dhamma non considera la forma come il sé … non considera la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza come il sé.

Comprende chiaramente la forma – che è impermanente – come impermanente. Comprende chiaramente la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è impermanente – come impermanente.

Comprende chiaramente la forma … la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è sofferenza – come sofferenza.

Comprende chiaramente la forma … la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è non-sé – come non-sé.

Comprende chiaramente la forma … la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza – che è condizionata – come condizionata.

Comprende chiaramente che la forma … la sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza si dissolverà.

Comprendendo la dissoluzione della forma, della sensazione, della percezione, delle formazioni mentali e della coscienza un monaco così contempla: ‘Se non è, non è mio. Se non lo sarà, non sarà mio.’ – in questo modo può recidere le catene inferiori.”

“Signore, un monaco che prende una tale risoluzione può recidere le cinque catene inferiori. Ma cosa deve conoscere e vedere per porre fine alle impurità nella vita presente? ”

“Monaco, una persona ordinaria non istruita si preoccupa di realtà di cui non c’è bisogno di preoccuparsi. Una persona non istruita così si preoccupa: ‘Non è mio e non può essere mio. Non sarà mio e non lo sarà.’

Invece, un nobile e istruito discepolo non si preoccupa di realtà di cui non c’è bisogno di preoccuparsi. Un nobile e istruito discepolo non si preoccupa: ‘Non è mio e non può essere mio. Non sarà mio e non lo sarà.’

Finché vi è coscienza essa sarà coinvolta nella forma, sostenuta dalla forma, fondata sulla forma. E con un soffio di piacere, crescerebbe, si svilupperebbe e maturerebbe. Oppure la coscienza sarà coinvolta nella sensazione  … coinvolta nella percezione …   coinvolta nelle formazioni mentali, supportata dalle formazioni mentali, fondata sulle formazioni mentali. E con un soffio di piacere, crescerebbe, si svilupperebbe e maturerebbe.

Monaco, supponiamo che tu dica: ‘Distaccato dalla forma, dalla sensazione, dalla percezione e dalle formazioni mentali, descriverò il sorgere e il dissolversi della coscienza, la sua crescita, il suo sviluppo e la sua maturità.’ Non è possibile. Se un monaco abbandona la brama per l’elemento della forma, ne recide il sostegno, la coscienza non avrà alcun fondamento.

Se un monaco abbandona la brama per l’elemento della sensazione, … l’elemento della percezione … l’elemento delle formazioni mentali … l’elemento della coscienza, ne recide il sostegno, la coscienza non avrà alcun fondamento.

Dal momento che quella coscienza non si stabilizza e non cresce, non ha potere per rigenerarsi, e viene liberata. 
Essendo libera, si stabilizza. Essendo stabile, è felice. Essendo felice, non si angoscia. Non essendo angosciata, si estingue naturalmente.

Si comprende: ’La rinascita è finita, il sentiero dell’ascetismo è stato compiuto, non rimane altro da compiere in questo mondo, non vi sarà ritorno in un’altra esistenza.’

La fine degli influssi impuri è per colui che conosce e vede queste realtà.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Copyright © 2001 Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya