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Pv 2.11: Sutta Sutta – L’offerta del filo

Uno spettro, travestito da umano, fa in modo che la sua ex fidanzata doni un filo a un monaco. Poi la porta dal mondo umano alla sua dimora peta per vivere per settecento anni.

Giovane donna:
Un giorno un monaco è venuto da me e aveva bisogno di un filo. Grazie al filo che gli ho offerto, ora ho dei vestiti bellissimi. Intorno a questa dimora ci sono fiori bellissimi. Ci sono molti deva che vegliano su di me. Indosso abiti bellissimi e divini. Vivo molto bene qui; le mie comodità non finiscono mai. Ho ricevuto tutti questi piaceri grazie a quell’offerta di filo. Ti prego, nobile uomo, riportami nel mondo umano, così potrò raccogliere altri meriti.

Spettro:
Sono passati settecento anni da quando hai lasciato il mondo umano. Se ci vai adesso, apparirai sotto forma di una donna molto vecchia. Tutti i tuoi parenti saranno già morti. Che cosa otterrai andando lì?

Giovane donna:
Ho goduto di questi piaceri celesti per settecento anni. Ti prego di portarmi nel mondo umano. Voglio raccogliere più meriti.

Lo spettro la prese per un braccio e la ricondusse al villaggio in cui viveva e le disse,

Spettro:
Dovresti dire alle altre persone che se vogliono la felicità, devono compiere azioni meritorie.

Giovane donna:
Ho visto con i miei occhi cosa succede a coloro che non compiono azioni meritorie. Sono tristi quando sono nel mondo umano e anche quando sono nel mondo degli spettri. Ma coloro che compiono azioni meritorie sono felici quando sono nel mondo umano e anche nel mondo celeste.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu