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Pv 1.7: Sattaputtakhādaka Sutta – Divoratore di sette figli

Vedendo un fantasma, un monaco chiede:

Monaco:
Sei nudo e orrendo. Il tuo corpo è puzzolente. Sei circondato da mosche. Tu, lì in piedi, chi sei?

Spettro:
Sono uno spettro, signore. Sto soffrendo nel mondo di Yama. Ho compiuto un’azione malvagia da umano e sono rinato nel mondo degli spiriti. Ogni mattina partorisco sette figli e la sera ne nascono altri sette. Li mangio tutti la notte stessa. Ma avrò ancora fame. Il mio cuore soffre la fame tanto da bruciare. La mia mente non è mai tranquilla. Sono torturato e soffro come se fossi bruciato dal fuoco.

Monaco:
Quale azione malvagia hai compiuto con il corpo, la parola o la mente? Che cosa hai fatto perché tu debba mangiare i tuoi stessi figli?

Spettro:
Avevo due figli che erano diventati adolescenti. I miei figli erano forti e ho usato la loro forza per mancare di rispetto a mio marito.
Mio marito si arrabbiò molto e sposò un’altra donna. Quando rimase incinta, diventai molto gelosa di lei. Con quella mente malvagia, le diedi una medicina che avrebbe ucciso il bambino in grembo. L’embrione di tre mesi fuoriuscì come sangue. La nonna del bambino si arrabbiò molto con me e chiamò i suoi parenti. Mi spaventò e mi fece fare un giuramento. Dissi una terribile bugia: ‘Se sono stata io a uccidere il bambino, mangerò i miei stessi figli!’
A causa di quell’azione malvagia e della bugia che ho detto, dovrò mangiare i miei figli ed essere ricoperto dal loro sangue.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli del Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera.
Stories of Ghosts from the Petavatthu © 2018 Mahamegha Publications. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPetavatthu