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MN 9: Sammâditthi Sutta – La retta conoscenza

Questo ho sentito. Una volta il Sublime soggiornava presso Sâvatthi, nella Selva del Vincitore, nel parco di Anâtapindiko. Là l’onorevole Sâriputto si rivolse così ai monaci: “”La retta conoscenza, la retta conoscenza”, di questo si parla, fratelli. Ma fino a che punto un nobile uditore ha la retta conoscenza, la sua conoscenza è giusta, il suo amore alla dottrina provato ed egli appartiene a questa nobile dottrina?”

“Verremmo dall’onorevole Sâriputto persino da lontano per avere su ciò un chiarimento: se egli vorrà spiegare ciò i monaci conserveranno le sue parole.”

“Allora, fratelli, ascoltate con attenzione. Se il nobile uditore conosce ciò che è dannoso e ne conosce la radice, egli ha retta conoscenza, la sua conoscenza è giusta, il suo amore per la dottrina è provato, egli appartiene a questa nobile dottrina. Ma cos’è dannoso, cos’è la radice del dannoso, cos’è salutare e qual è la radice del salutare? Uccidere è dannoso e tutte queste altre cose sono dannose: rubare, darsi a stravizi, mentire, dire male, parlare aspramente, ciarlare, bramare, infuriarsi, avere falsa conoscenza.

La radice di ciò che è dannoso poi sono la brama, l’avversione e l’errore.

E cosa è salutare? Astenersi da tutte le cose dannose. E qual è la radice del salutare? Mancanza di brama, di avversione e di errore è la radice del salutare.

Se ora il nobile uditore conosce ciò che è dannoso, ciò che è la radice di quello, ciò che è salutare e ciò che è la radice del salutare, e se ha completamente rinnegata l’agitazione del bramare, fugata quella della ripugnanza, schiantata l’agitazione dell’Io, se ha perduta l’ignoranza e acquistata la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.”

“Bene, fratello, ma vi è anche un altro modo per il nobile uditore per raggiungere tutto ciò?”

“Certo, fratelli, se l’uditore conosce il nutrimento e l’origine del nutrimento, conosce la sua distruzione e la via che conduce alla distruzione del nutrimento, egli ha retta conoscenza, giusta conoscenza, il suo amore per la dottrina è provato, egli appartiene a questa nobile dottrina. Ma che cos’è il nutrimento, qual è la sua origine, come lo si distrugge e qual è la via che conduce a ciò? Vi sono quattro specie di nutrimento: primo, cibo elementare, grosso o fino; secondo, contatto fisico; terzo, percezione spirituale; quarto, coscienza. L’origine della sete di vivere determina l’origine del nutrimento; la sua distruzione determina la distruzione del nutrimento. La via che conduce a ciò è il nobile ottuplice sentiero, cioè: retti conoscenza, intenzione, parola, azione, vita, sforzo, sapere, raccoglimento.

Se ora il nobile uditore conosce il nutrimento, la sua origine, la sua distruzione e la via che conduce a ciò, e ha completamente vinto la brama e l’avversione, se ha schiantata l’agitazione dell’Io, se ha perduto l’ ignoranza e acquistato la sapienza, egli già in questa vita mette fine al dolore.”

“Bene, fratello, ma vi è ancora un altro modo per il nobile uditore per raggiungere tutto ciò?”

“Certamente, fratelli. Se egli conosce il dolore, l’origine del dolore, l’annientamento del dolore e la via che conduce a ciò, egli ha la conoscenza giusta, è provato il suo amore alla dottrina ed egli appartiene ad essa. Ma cos’è il dolore, qual è la sua origine, cos’è il suo annientamento, e cosa la via che porta all’annientamento del dolore? Nascita è dolore, vecchiaia è dolore, lo è la malattia, lo è il morire e così pure sono dolore i guai, l ‘afflizione, la pena, lo strazio, la disperazione, non ottenere ciò che si desidera.; in breve, sono dolore i cinque elementi dell’attaccamento alla vita. E qual è l’origine del dolore? E’ questa sete di vivere, che produce nuova esistenza, alimentata dalla soddisfazione che si nutre qua e là; è l’attaccamento al sesso, l’attaccamento all’esistenza e al benessere. E l’annientamento del dolore? E’ il completo, totale annientamento, allontanamento, respingimento; è la soppressione, il rinnegamento di questa sete di vivere. Ma qual è la via che porta all’annientamento del dolore? E ‘ questo nobile ottuplice sentiero, cioè: retti conoscenza, intenzione, parola, azione, vita, sforzo, sapere, raccoglimento.

Se ora il nobile uditore conosce tutto ciò, e più non brama, più non ha repulsione, ed ha schiantato il turbamento dell’Io, se, perduta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.”

“Bene, fratello! Ma vi è forse anche un altro modo?”

“Certo, fratelli. Se il nobile uditore conosce vecchiaia e morte,(jarâ-marana), e la loro origine; se ne conosce l’annientamento e la via che a ciò conduce, allora egli ha retta e giusta conoscenza. Ma cosa sono la vecchiaia e la morte, qual è il loro annientamento e qual è la via che lo consente? Vecchiaia è per ognuno il consumarsi del corpo, il divenire fragili, grigi, pieni di rughe, il decadere delle forze, l’appassire dei sensi. E la morte? E’ il disfarsi, il dissolversi, il decomporsi, il tramontare, l’estinguersi di ciascun essere, il separarsi degli elementi, il putrefarsi del cadavere. L’origine della nascita (jâti) determina l’origine della vecchiaia e della morte, l’annientamento della nascita prova il loro annientamento. E la via che porta a ciò è il nobile ottuplice sentiero.

Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io, se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è la nascita, la sua origine, il suo annientamento e la via che porta al suo annientamento? Nascita, formazione, germinazione, concepimento di ciascun corpo in ogni essere, l’aggregarsi degli elementi, l’entrare in contatto col mondo esterno: questo è la nascita. L’origine dell’esistenza (bhava) determina l’origine della nascita, il suo annientamento produce l’annientamento dell’altra. E la via che porta a ciò è il nobile sentiero ottopartito.

Se ora il nobile uditore conosce tutto ciò, e più non brama, più non ha repulsione, ed ha schiantato il turbamento dell’Io; se, perduta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è l’esistenza, qual è la sua origine, qual è il suo annientamento e quale la via che conduce a ciò? Vi sono tre specie di esistenza, fratelli: esistenza sessuale, esistenza formale ed esistenza senza forma. L’origine dell’attaccamento alla vita (upâdâna) determina l’origine dell’esistenza, e il suo annientamento provoca l’annientamento dell’altra. E la via che conduce a ciò è il nobile sentiero ottopartito. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è l’attaccamento alla vita, da cosa è originato, cos’è il suo annientamento, e qual è la via che provoca il suo annientamento? Ci sono quattro specie di attaccamento alla vita: attaccamento alla sessualità, alla multiscienza (i Veda), all’ascesi come scopo a se stessa, l’attaccamento al perdurare personale. L’origine della sete di vivere (tanhâ) determina l’attaccamento alla vita, e il suo annientamento determina l’annientarsi dell’attaccamento alla vita. E la via che conduce a ciò è il nobile ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è la sete di vivere, qual è la sua origine e la sua distruzione, e quale la via da percorrere?

Vi sono sei specie di sete di vivere: sete delle forme, dei suoni, degli odori, dei sapori, dei contatti e delle cose. L’origine della sensazione (vedanâ) determina l’origine della sete di vivere, il suo annientamento ne determina l’annientamento, e la via che vi conduce è il nobile ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma che è la sensazione, da cosa origina, cosa la distrugge e qual è la via che lo consente? Vi sono sei specie di sensazioni: sensazioni prodotte da contatto visivo, uditivo, olfattivo, gustativo, tattile, intellettivo. L’origine del contatto (phassa) determina l’origine della sensazione, il suo annientamento determina quello della sensazione. E la via che conduce a ciò è il nobile sentiero ottopartito. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è il contatto, da che è originato, cosa lo annienta e qual è la via per annientarlo? Vi sono sei specie di contatti: quelli legati ai rispettivi sei sensi compreso quello mentale. L’origine della sestupla sede (salâyâtâna) determina l’origine del contatto, e il suo annientamento annienta il contatto. E la via per annientarla è il nobile sentiero ottuplice. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta

l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è la sestupla sede, cosa la origina, cosa l’annienta e quale via conduce a ciò? Vi sono sei sedi dei sensi compresa la sede del senso del pensiero. L’origine di immagine e concetto, di nome e forma (nâma-rûpa) determina l’origine delle sei sedi dei sensi, la sua distruzione conduce alla loro distruzione, e la via che conduce a ciò è l’ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è immagine e concetto, cosa ne è l’origine, cosa produce il suo annullamento e con quale via lo si ottiene? Per concetto si intende la sensazione, la percezione, la comprensione e la riflessione. Le quattro materie principali e ciò che esiste come forma di esse è ciò che si chiama immagine. L’origine della coscienza (viññana) determina l’origine di immagine e concetto, il suo annientamento ne determina l’annientamento. E la via che conduce a ciò è l’ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è la coscienza, qual è la sua origine, cosa l’annienta e quale via porta a ciò? Vi sono sei specie di coscienza che coinvolgono i sei sensi compreso quello mentale. L’origine delle distinzioni che predispongono (samkhâra) determina l’origine della coscienza, il loro annientamento annienta la coscienza. E la via che conduce a ciò è il sentiero ottopartito. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cosa sono le distinzioni, qual è la loro origine, come annientarle e qual è la via per farlo? Vi sono tre specie di distinzioni: quella fisica, quella verbale e quella spirituale. L’origine dell’ignoranza (avijjâ) è ciò che determina l’origine delle distinzioni, il suo annientamento le annienta, e la via che permette ciò è il nobile ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è l’ignoranza, cosa la origina, cosa la distrugge, e quale via lo consente? Non conoscere il dolore (dukkha), non conoscerne l’origine, non conoscere come annientarlo, e non conoscere la via che lo permette; ciò, fratelli, si chiama ignoranza. L’origine della mania (âsava) determina l’ origine dell’ignoranza, il suo annientamento ne determina l’annientamento.

E la via che conduce a ciò è il nobile ottuplice sentiero. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce tutto ciò, ed è lontano da brama, repulsione, non è più turbato dall’Io; se, vinta l’ignoranza, ha acquistato la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore.

Ma cos’è la mania, qual è l’origine della mania, cos’è l’annientamento della mania, qual è la via che porta all’annientamento della mania? Vi sono tre specie di mania, fratelli: mania di desiderio (kâma-âsava), mania d’esistenza (bhava-âsava), mania d’ignoranza (avijjâ-âsava). L’origine

dell’ignoranza determina l’origine della mania, l’annientamento dell’ignoranza determina l’annientamento della mania. Ma la via che conduce all’annientamento della mania è il nobile ottuplice sentiero, cioè: retta parola, retta azione, retta vita, retto sforzo, retto sapere, retto raccoglimento. Se ora, fratelli, il nobile uditore conosce così la mania, così la sua origine, così il suo annientamento, così la via che conduce al suo annientamento, e ha completamente rinnegata l’agitazione del bramare, fugata l’agitazione del respingere, schiantata l’agitazione dell’Io; se ha perduta l’ignoranza, acquistata la sapienza, allora egli già in questa vita mette fine al dolore. Pertanto, fratelli, un nobile uditore ha la retta conoscenza, la sua conoscenza è giusta, il suo amore alla dottrina provato, egli appartiene a questa nobile dottrina.”

Così parlò l’onorevole Sâriputto. Contenti si rallegrarono quei monaci per la sua parola.

Riscrittura a partire dall’italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli ed Enrico Federici.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.

Testo: Majjhima Nikaya