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Kv 13.1: Kappaṭṭhakathā – Sulla lunga pena

Punto controverso: Chi è condannato a una lunga pena deve sopportarla per un intero kappa.

Commentario: Si tratta di coloro che, come i Rajagirika, ritengono che la frase “chi rompe la concordia del Sangha è tormentato negli inferi per un kappa” significhi che uno scismatico è tormentato per un intero kappa.

Theravāda: Ma questo implica che il ciclo può iniziare quando un Buddha nasce nel mondo, o quando il Sangha viene sciolto, o quando la persona condannata sta commettendo l’atto che incorre nella pena, o quando sta morendo… .
Implica anche che se vive per un kappa passato, può vivere per uno futuro, magari per due, tre o quattro… .
E se durante il suo kappa ci sarà una conflagrazione cosmica, dove andrà?

Rājagirika: In un altro piano dell’universo.

Theravāda: I morti rinascono lì? Rinascono nei mondi celesti?

Rājagirika: Sì.

Theravāda: L’atto che comporta la pena può avere effetto in una vita successiva? Dovete negare… Quindi rinasce nei mondi celesti. Questo implica che ha il dono dei poteri psichici (iddhi), altrimenti non potrebbe. Ora, può uno condannato a una lunga pena praticare i quattro passi dei poteri psichici – volontà, sforzo, pensiero, investigazione? … .

Rājagirika: Ma se siamo in errore, non è stato detto dall’Eccelso che:
“Condannati al declino, alla sventura degli inferi
per pene che durano secoli, per aver provocato lo scisma.
In discordia, fissi nel male.
Dal sicuro rifugio si allontanano,
rompendo la concordia della Fratellanza,
e per lungo tempo devono purificarsi negli inferi”?
Quindi la nostra tesi è vera.

The Points of Controversy, traduzione in inglese dalla versione pâli del Kathāvatthu dell’Abhidhamma di Shwe Zan Aung e C.A.F. Rhys Davids. Pubblicato per la prima volta dalla Pali Text Society, 1915. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoKathavatthu