Skip to content

AN 7.58: Capala Sutta – Sonnolenza

Una volta il Beato soggiornava presso i Bhagga nel Parco del Cervo al boschetto di Bhesakala, nei pressi della Tana del Coccodrillo. In quel tempo il Ven. Maha Moggallana [prima del suo risveglio] sedeva sonnecchiando nei pressi del villaggio di Kallavalaputta, nel Magadha. Il Beato, attraverso il sovrumano puro occhio divino, vide che il Ven. Maha Moggallana sedeva sonnecchiando nei pressi del villaggio di Kallavalaputta, nel Magadha. Allora –come un uomo forte stende il braccio o lo flette – molto rapidamente scomparve tra i Bhagga nel Parco del Cervo al boschetto di Bhesakala, nei pressi della Tana del Coccodrillo, e riapparve dinanzi al Ven. Maha Moggallana. Lì si sedette. Appena seduto disse al Ven. Maha Moggallana: “Sonnecchi, Moggallana? Stai sonnecchiando?”
“Sì, signore.”
“Allora, Moggallana, abbandona ogni percezione mentale quando la sonnolenza ti sorprende. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma se non riesci a liberarti della sonnolenza, allora richiama la tua attenzione al Dhamma che hai sentito e memorizzato, riporta la tua mente e concentrati su di esso. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora ripeti a voce alta il Dhamma che hai sentito e memorizzato. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora tira i lobi dell’orecchie e stropicciali con le mani. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora alzati e, dopo aver sciacquato la faccia, guarda in ogni direzione e esamina le stelle e le costellazioni più importanti. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora concentrati sulla percezione della luce, analizza la percezione odierna, [dimorando] come di notte così di giorno, come di giorno così di notte. Con una consapevolezza aperta e non impedita, sviluppa una chiara mente. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora – percependo ciò che sta davanti e ciò che sta dietro – inizia una meditazione camminata, con i sensi internamente concentrati, non facendo fuorviare la mente. Così facendo potrai liberarti della sonnolenza.
Ma anche facendo in questo modo non riesci ad allontanare la sonnolenza, allora – reclinato sul lato destro – assumi la posizione del leone, un piede sull’altro, mentalmente presente, vigile ed attento. Appena sveglio, alzati con questo pensiero: “Non dimorerò nel piacere del riposo, nel piacere di stare coricato, nel piacere della sonnolenza.” Così devi esercitarti.
Inoltre, Moggallana, così dovresti esercitarti: “Non renderò visita a famiglie pieno d’orgoglio.” Così dovresti esercitarti. Non renderò visita a famiglie oberate di lavoro, perché non hanno tempo di occuparsi di un monaco. Se un monaco li rende visita pieno d’orgoglio, penserà: “Chi mi ha allontanato da questa famiglia? Costoro non provano simpatia nei mie confronti.” Non ottenendo niente, egli rimane perplesso. Perplesso, si agita. Agitato, allontana la sua mente dalla concentrazione.
Inoltre, Moggallana, così dovresti esercitarti: “Non inizierò nessuna discussione.” Così dovresti esercitarti. Quando vi è discussione, vi è agitazione. Se si è agitati , si allontana la mente dalla concentrazione.
Non è il caso, Moggallana, di elogiare ogni tipo di compagnia. Ma non è neanche il caso di disprezzare ogni tipo di compagnia. Io non elogio la compagnia di capifamiglia e di seguaci laici. Io elogio la compagnia di luoghi silenziosi, solitari, isolati, senza la presenza di altri esseri umani.”
Dopo queste parole, il Ven. Moggallana chiese al Beato: “Brevemente, signore, come un monaco è totalmente liberato dalla brama, totalmente libero da legami, un seguace della vita santa, totalmente perfetto: primo tra esseri umani e divini?”
“Moggallana, quando un monaco ha sentito: “Ogni fenomeno non è degno di attaccamento.” Avendo sentito che tutti i fenomeni non sono degni di attaccamento, è consapevole del tutto. Essendo consapevole del tutto, egli comprende il tutto. Comprendendo il tutto, allora sperimenta ogni di tipo di sensazione – piacevole, spiacevole e neutra – e dimora concentrato sull’impermanenza, sul distacco, sulla cessazione, sull’abbandono di quella sensazione. Così concentrato sull’impermanenza, sul distacco, sulla cessazione, sull’abbandono di quella sensazione, egli non si aggrappa a nulla nel mondo. Non agitato, è totalmente liberato. Egli sa: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.
In questo modo, Moggallana, che un monaco, brevemente, è totalmente liberato dalla brama, totalmente libero da legami, un seguace della vita santa, totalmente perfetto: primo tra esseri umani e divini.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya